Provincia, D’Agostino vince il ricorso al Tar: Buonopane decade, si torna al voto

Caos istituzionale all’amministrazione provinciale. Il Tar accoglie il ricorso di D’Agostino sulla elezione del presidente Buonopane per irregolarità delle votazioni. Si deve tornare a votare nei comuni – in tutto 30 - con popolazione compresa tra tremila e cinquemila abitanti e 10 mila e 30mila abitanti. Buonopane decade, ma già annuncia ricorso al Consiglio di Stato con richiesta di sospensiva immediata che, in caso di accoglimento, lo lascerebbe alla guida dell'ente fino al giudizio di merito

L’Irpinia si regala l’ennesimo unicum giuridico, aprendo le porte di fatto a un caos istituzionale senza precedenti. Il Tar di Salerno ha infatti accolto il ricorso di Angelo Antonio D’Agostino per le elezioni provinciali, in merito alle contestazioni sul voto extra-territoriale dei consiglieri comunali di Calitri e Montoro, ovvero Antonio Campana e Mario Bianchino. I due il giorno del voto erano ricoverati in ospedale, il segretario generale di Palazzo Caracciolo concesse il voto domiciliare ma secondo i giudici amministrativi non c’erano le condizioni: Campana e Bianchino erano infatti degenti in due strutture ospedaliere fuori dal territorio provinciale in regime di ricovero ordinario, non forzati da una quarantena causata dal Covid che sarebbe stata l’unica eccezione ammessa, e le esigenze logistiche e organizzative della consultazione provinciale non permettono, vista l’alta platea di elettori in campo, il voto domiciliare in questi casi. Calitri e Montoro rientrano nelle fasce dei comuni B e D, ovvero dai 10mila ai 30mila abitanti, e dai 3 ai 5mila abitanti: non potendo sapere quale sia stato il loro voto, ed essendo stato così esiguo il risultato finale alle passate provinciali, i magistrati hanno dunque disposto il ritorno al voto per tutti i comuni delle due fasce in questione, quindi gli amministratori di 30 comuni dovranno riesprimere le proprie preferenze.

Respinti invece gli altri punti del ricorso di D’Agostino, che non ottiene il ribaltamento dell’esito del voto e dunque l’elezione diretta, suo principale obiettivo. Ma il presidente dell’Us Avellino può tornare almeno a giocarsi la partita.

Ora si apre un vulnus giuridico senza precedenti, visto che la vicenda è un unicum a livello nazionale: trattandosi di sentenza immediatamente esecutiva, l’amministrazione provinciale dovrebbe indire le nuove elezioni, ma il dispositivo non chiarisce alcuni punti. Il primo, se l’attuale presidente Buonopane resta in carica: secondo l’avvocato Lorenzo Lentini, che ha difeso le ragioni della provincia nel procedimento amministrativo, Buonopane è decaduto, trattandosi di voto dichiarato irregolare. Rimarrebbe in carica invece il consiglio provinciale, visto che il ricorso era solo contro l’elezione del presidente: a bandire la nuova tornata elettorale toccherebbe al vicepresidente, ma non essendo stato nominato, il compito dovrebbe passare al consigliere più anziano, come previsto dallo statuto.

Possibile anche, secondo Lentini, la nomina di un commissario prefettizio per svolgere questo compito e garantire la continuità amministrativa. Se la lettura fosse esatta la questione passerebbe alla prefettura, che si è messa a studiare il caso. Nel dispositvo del Tar, non si fa riferimento alla decadenza del presidente, il che non aiuta a sciogliere i nodi giuridici.

Tra i vari enigmi su presente e futuro, una certezza: Buonopane è già pronto a presentare ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar, chiedendo immediata sospensiva che se accolta cristallizzerebbe la situazione a quella attuale, con Buonopane che rimarrebbe in carica fino alla decisione di merito del consiglio di stato.

Ma siamo nel campo delle ipotesi, sentenza alla mano prefettura e provincia e avvocati di stato già nella giornata di domani dovrebbero avere, forse, le idee più chiare

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