Dogana, la statua di Venere un capolavoro del IV secolo avanti Cristo?

L'ingegnere e storico Gerardo Troncone ricompone la "firma" ai bordi della statua, che potrebbe essere un'originale dello scultore greco Prassitele. "Senza dubbio è identica alla famosa statua di Venere di Siracusa, ma là la vanno a visitare milioni di turisti, da noi resta dimenticata"

Sulla futura facciata della Dogana potrebbe essere ricollocata un’opera dal valore inestimabile. La statua di Venere, che già prima dell’incendio impreziosiva l’antico edifico di piazza Amendola, assieme alle altre statue oggi conservate all’interno della dogana dei grani di Atripalda, potrebbe essere infatti un originale del IV sec. a.C., realizzato dallo scultore Prassitele. Il dubbio lo pone l’ingegnere e storico Gerardo Troncone, ribadito ieri durante un convegno a cui hanno partecipato con attenzione il sindaco Festa e la sua vice Laura Nargi, assieme all’architetto Multari di Napoli, che sta curando il progetto di restauro della Dogana. Ricostruendo la firma alla base della statuta di Venere, dove in greco antico vi sarebbe scritto “opera di Prassitele”, arriva la deduzione di Troncone, che se accertata riconsegnerebbe ad Avellino un gioiello della storia e della scultura greca

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