Avellino, blitz della polizia: 10 arresti a Rione Parco per spaccio di cocaina della “banda” D’Argenio

Spaccio di cocaina e crack nel capoluogo. Dieci arresti – quattro in carcere e sei ai domiciliari - nella zona di Rione Parco ad Avellino. Il capo della banda avellinese, Omar D’Argenio, era già finito in manette a settembre dello scorso anno: durante il periodo di reclusione, provvedevano allo smercio la sorella e il fidanzato

Sgominata una fiorente attività di spaccio a Rione Parco, nel capoluogo , stamattina 10 arresti della squadra Mobile della Questura di Avellino. Gli agenti guidati dal dottor Aurilia, hanno fatto scattare le manette ai polsi di Omar D’Argenio 48enne pregiudicato, già ai domiciliari per spaccio, suo padre, sua madre, sua sorella Erika, sua nipote e ed altri indagati dei quali si serviva per la consegna delle dosi. In quattro sono finiti in carcere, altri sei sono ai domiciliari. Le misure emesse dal gip presso il Tribunale di Avellino, su richiesta della Procura della Repubblica, per i soggetti gravemente indiziati del reato di detenzione e cessione di sostanza stupefacenti del tipo cocaina.
Le indagini sono partite da un sequestro di droga effettuato ad alcuni tossicodipendenti che l’ avevano acquistata dal 48enne, principale indagato, il quale, nonostante fosse agli arresti domiciliari continuava a spacciare cocaina, avvalendosi dei membri della propria famiglia e degli altri indagati.Al momento del blitz Omar D’Argenio è stato trovato in possesso di 63 bustine di cocaina.
Il 48enne già a settembre dello scorso anno finì in carcere per lo stesso reato, mentre era recluso l’attività venne portata avanti da sua sorella Erika e dal fidanzato arrestati in flagranza di reato con 33 bustine di cocaina, confezionate e pronte per essere immesse sul mercato. Le indagini hanno consentito anche di ricostruire le modalità operative del gruppo: gli indagati utilizzavano un linguaggio in codice per differenziare la cocaina dal crack, identificate rispettivamente con il temine di “prosciutto crudo” e di “prosciutto cotto”. Numerosi i sequestri di dosi di sostanza stupefacente, di danaro e materiale per il confezionamento effettuati dagli agenti di polizia.

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