La movida avellinese finisce in Procura

Fallito ogni tentativo di dialogo tra i cittadini e il Sindaco, che rifiuta modifiche al dispositivo Musica fino all’1 del mattino oltre i limiti di legge e problemi di sicurezza nel dossier ormai pronto

La movida nel centro storico di Avellino potrebbe finire in Procura. In queste ore c’è un’escalation dei residenti che contestano le modalità scelte dal Comune per attirare visitatori e turisti nella parte antica della città. 

Musica ad eccessivo livello di decibel fino all’una del mattino in un centro storico pedonalizzato mette a rischio la tranquillità e la sicurezza, sostengono i cittadini. 

A inasprire il malcontento la nuova ordinanza sindacale, che ha prorogato l’orario della musica dal vivo fino all’11 settembre, ben oltre il calendario degli appuntamenti estivi. 

Inutili finora gli appelli al Sindaco della delegazione di residenti che si è rivolta anche al Prefetto.

In questo scenario è maturato l’orientamento a presentare un esposto denuncia alla Procura della Repubblica, in particolare contro la deroga ai limiti di emissione sonora stabiliti dalle norme sull’inquinamento acustico, ma non solo. Un avvocato residente si dice pronto a presentare una denuncia articolata e circostanziata negli uffici di piazzale De Marsico all’inizio della prossima settimana. 

Nell’esposto una serie di rilievi che vanno oltre il problema dell’alto volume della musica. Il punto sollevato riguarda i diritti dei cittadini avellinesi che abitano nel centro storico. 

Le criticità della zona a traffico limitato pregiudica la sicurezza, sostengono questi cittadini, che lamentano problemi di parcheggio, di vigilanza e di agibilità dei luoghi inseriti nel perimetro. 

La scelta di andare in Procura viene vista come obbligata, considerato l’atteggiamento di chiusura ad ogni richiesta di modifica palesato dal sindaco durante l’ultimo incontro. 

I commenti sono chiusi.