Il fascino delle ragazze di Atripalda

Sia ben chiaro che, proprio al riguardo, ogni riferimento a realtà è da ritenere del tutto casuale come infatti suol dirsi per prudenza.

In verità, io poco ricordo, probabilmente ed il conseguente vuoto è un libero spazio lasciato soltanto alla fantasia; alla quale va affidata la regia del racconto.

Come sempre ed in ogni luogo, anche in tempi remoti, in Atripalda, v’erano certamente le ragazze, che (mi sia consentito immaginare) conferivano al Paese, con il loro fascino immancabile, qualcosa di più.

Non so dire se “la gioventù del loco” mirasse e fosse mirata, allegrandosi in cuore, ma certamente si produceva nell’intimo una caratteristica emozione ad ogni sguardo e fortunato incontro, magari fortemente sperato, atteso o addirittura favorito, nelle pur rare occasioni del momento.

E queste si riducevano, in sostanza, a qualche argomento scolastico, al commento di un evento che poteva interessare o magari (con vistosa fortuna) ad una rara festicciola quasi domestica, che destava massima aspettativa ed ansietà.

Ma chi erano mai le protagoniste di siffatti momenti magici della vita paesana, che era possibile ammirare specialmente nelle loro passeggiate domenicali, vestite a festa, al centro di Atripalda?

Non occorre alcuno sforzo, a chi ha memoria, per poter col pensiero rivedere immagini, rievocare episodi e momenti irripetibili.

Quelle ragazze non erano necessariamente, come pur di sovente accade, anche compagne di scuola o di vicinato e neppure esclusive esponenti dell’Atripalda-bene, bensì delle ragazze soltanto, con assoluta “par condicio” per quanto bastevole a far gioire di orgoglio il Paese.

Erano colte, educate, serie, gradevoli; al solo vederle, potevano anche mettere in soggezione i loro compaesani, un po’ timidi (e, come usa dire, anche un po’ “imbranati”).

Ma ciò era normale; e forse lo è oggi ancora.

Il Paese, comunque, riceveva lustro da esse, tanto che convenivano spesso in Atripalda “corteggiatori” intraprendenti, però puntualmente tenuti a bada da quelle fanciulle, ben sagge ad onta della loro giovane età.

Esse, invero, costituivano un prezioso vanto del nostro Paese, da ammirare, apprezzare e basta.

Il loro fascino, che le rendeva irraggiungibili, oltre che reale, era in ogni caso ritenuto vero, almeno ai nostri occhi purtroppo interessati.

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