Settembre

Settembre è da me considerato, insieme a pochi altri, tra i mesi più belli dell’anno, perché, se siamo stati fortunati, ci trova più o meno appagati per l’estateappena trascorsa , magari fatta di viaggi o, comunque, di riposo.

Ma forse, a pensarci bene, la bellezza di questo mese sta nella sua capacità di prenderci per mano e, con il “garbo” del suo clima, traghettare noi tutti, provati come siamo dalla precedente afa estiva, verso le differentitemperature che ci aspettano . E’ come se volesse farciabituare pian piano ad entrare nella nuova stagione del nostro percorso. Una stagione fatta sicuramente di armonie e suoni diversi, con inevitabili più frequenti cieli grigi ed alberi gradatamente spogliati, a volte sferzati dal vento, ma fatta anche di colori più caldi e meno accecanti che, in fondo, fanno tanto bene all’anima oltre che allo sguardo.

Peccato che la bellezza che questo mese porta con sè, nei giorni scorsi è stata tragicamente oscurata da una perturbazione che ha interessato le Marche, con unnubifragio che in poche ore ha provocato l’esondazionedei fiumi di questa regione, dalla foce del Misa all’innesto con il Nevola. Episodi, questi, sempre più frequenti un po’ dappertutto e dovuti ai cambiamenti climatici in atto che inevitabilmente comportano gravi disastri ambientali. Del resto solo un mese fa anche noi irpini abbiamo assistito ad un’alluvione che ha colpito Monteforte con gravi danni ad abitazioni e cose. E’ dunque evidente che nonostante il ripetersi di questi eventi meteorologici estremi in varie regioni italiane, è sempre assente l’opera di prevenzione da eseguire, né si investe concretamente per salvaguardare l’ambiente.

Così, mentre non molto lontano da qui si muore per la mano degli uomini che buttano bombe su città e civiltà, succede che da noi si muore invece per le bombe d’acqua e di fango, per gli incendi, la siccità ed il gelo.

Tuttavia nelle Marche, nonostante quanto accaduto, non è ancora il momento della conta dei danni subiti dalle famiglie, costrette ad abbandonare le loro case, o dalle aziende che hanno perso macchinari e prodotti.

Ora è il momento di provare a dare un senso alla morte di undici persone, di provare a sperare, mentre ancora sicercano i due dispersi, la signora Brunella di 56 anni ete, piccolo Mattia, di soli otto anni. La forte ondata di acqua e fango ti ha portato via nonostante la tua mamma ti stringesse la mano per salvarti.

Ora è il momento di fare squadra e spalare senza sosta, ripulire le città, le case, i negozi dal fango e da tutto ciò che il fiume ha tracimato e lasciato  sulle sponde: uno zainetto e le tue scarpe in mezzo ad alberi e tronchi mai ripuliti dai letti dei fiumi e vomitati adesso con rabbia da una natura che non intende più perdonarci o farci sconti .

E tu, piccolo Mattia, potrai mai perdonarci per questa nostra incapacità di salvare la bellezza del mondo in cui voi giovani avreste il diritto di crescere e vivereserenamente? Puoi perdonare il nostro rimandare, la nostra incuranza, gli sprechi di ogni genere, le costruzioni abusive, il nostro lasciar bruciare ettari diforeste, il non ripulire fiumi, torrenti, tombini?

E hai conservato nei tuoi occhi la dolcezza che il mese di settembre, con l’avvento dell’autunno, sa offrire alle anime buone che sanno guardare? Ti è arrivato l’amore infinito dei tuoi genitori mentre il fango ti trascinava viao quello che tutti stiamo provando per te?

Riuscirai , caro Mattia, a continuare a dare speranza al tuo papà che è ancora lì che ti aspetta, vicino al fiume? A far sì che la tua mamma possa sentirti sempre dentro di sé ed avvertire così la bellezza di questa terra, anche in tutti i settembre che si susseguiranno, dolci e puntuali, senza dover rivivere l’orrore di questi giorni?

Tu, potrai mai consolare il pianto di chi ti aspetta forse invano?

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