L’Alto Calore si sdoppia, convocata l’assemblea

L’amministratore unico dell’Alto Calore Servizi riunisce il 5 e 6 ottobre gli azionisti sulla cornice del piano industriale e sui conti del risanamento: sul tappeto lo sdoppiamento della società

Entra nello snodo decisivo il tentativo di salvataggio dell’Alto Calore Servizi.  L’amministratore unico, Michelangelo Ciarcia, ha convocato l’assemblea dei 126 azionisti, i rappresentanti dei 95 Comuni irpini, dei 31 sanniti e dell’Ente Provincia di Avellino. Si tratta della prima delle due riunioni generali, che dovranno stabilire la cornice del nuovo piano industriale, approvando preventivamente i conti del piano di risanamento, partendo dalla scelta strategica: lo sdoppiamento. Con la divisione di Avellino e Benevento in due distinti distretti idrici e il passaggio delle sorgenti alla Regione Campania con l’EIC, cambiano sia la mission industriale che la dimensione e la organizzazione territoriale dell’Alto Calore Servizi.  Per la prima volta dal 1938, anno di fondazione del Consorzio Idrico Interprovinciale, l’Alto Calore si scinderà in due realtà autonome, attraverso la cessione del ramo d’azienda che ora serve 31 Comuni nel Sannio e le infrastrutture relative. Con questo assetto, il manager Michelangelo Ciarcia punta a quell’alleggerimento della spesa, in particolare per bolletta energetica e manutenzione straordinaria di reti e impianti, utile a dimostrare la sostenibilità di una gestione che dovrà rientrare dal debito in cinque anni. Per farlo dovrà ottenere il via libera dal tribunale l’11 novembre.

I commenti sono chiusi.