Fotocopia Schlein-Landini: cui prodest?

Il Corriere della Sera di ieri ha così titolato a pagina 11: “Schlein e Landini, patto della Leopolda: in piazza assieme contro la precarietà”. Il sottotitolo completa la notizia: “Nell’ex tempio del renzismo la leader Pd continua a tagliare con il passato. Il duello a sinistra con Conte”.
Una titolazione perfetta che riassume fedelmente l’evento e la sostanza politica dell’incontro tra il segretario generale della Cgil e la segretaria nazionale del Partito Democratico.
Si potrebbe soltanto aggiungere, andando più a fondo della sostanza politica, che la Schlein, nella sua impresa di mutazione genetica del Pd, ancorché mai autorizzata dagli iscritti al partito, più che lavorare “con” Landini sta lavorando “per” Landini. Ovvero il segretario generale della Cgil “detta” e la segretaria nazionale del Pd “esegue”. La qualcosa, certamente legittima, suggerisce un interrogativo altrettanto pertinente: ha senso avere un Pd fotocopia della Cgil? Non è uno spreco di capitale umano, oltre che di risorsa politica e di restringimento dello spazio democratico?
Per carità, sono fatti loro. Tuttavia, va rilevato che dal punto di vista squisitamente elettorale, quindi di strategia e di pragmatismo politico, l’operazione fotocopia non fa guadagnare un solo voto al Pd: la Cgil già votava per il Partito Democratico, anche quando il segretario era Matteo Renzi. Ma anche questi sono fatti loro: se li sbrighino come meglio credono.
Piuttosto, a proposito di Renzi, la scelta di Landini e della Schlein di parlare la stessa lingua proprio alla Leopolda – cioè nell’ex tempio del renzismo, come chiosa il Corsera – è fuor di dubbio un messaggio rafforzativo della volontà di tagliare con il passato. Ma si è proprio certi che ciò che sarà è sempre e comunque migliore di ciò che è stato? Nel 2018, una manciatina d’anni fa, lo tsunami 5 Stelle diede un messaggio di rottura con la “vecchia” Repubblica decisamente rivoluzionario. Abbiamo visto gli effetti: un disastro, una semina infinita di cocci con l’aggravante che nessuno se ne assume la responsabilità, nessuno paga i danni.
Schlein e Landini hanno gareggiato – alla Leopolda – a chi avesse più pallottole da sparare alzo zero contro la buonanima di Renzi in quanto simbolo del “passato”. L’ex Premier ed ex leader del Pd ha replicato con una battuta: “Se per fare notizia i dem e la Cgil vengono alla Leopolda, sono contento per loro”.
E allora, e in conclusione, è il caso di riproporre l’interrogativo: “Siamo proprio certi che il futuro immaginato da Lorsignori sia migliore del passato?”.
P.S.: Invero la domanda andrebbe rivolta anche e soprattutto ai politici del Pd che quel passato avevano costruito e che oggi, pur di sopravvivere, rinnegano arrivando a dire che loro, con quel Pd, non c’entravano niente. Non c’è che dire: ci vuole una bella faccia tosta, ma tosta assai!

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