IL CORSIVO – “Meno male che Fulvio Martusciello c’è!”

Come si vede che “Silvio (non) c’è”. Ci fosse ancora stato, alla Convention di Forza Italia a Paestum sarebbero stati tutti un tantino più prudenti i “forzisti” che solo grazie al carisma trainante di Berlusconi riuscirono, quattro anni fa, a varcare la soglia del Parlamento Europeo. Prendete, ad esempio, l’eurodeputato Fulvio Martusciello. A Paestum ha avuto l’ardire di sostenere che “… Oggi si è aperta (in Campania, ndr) un’altra stagione di consenso. E questa manifestazione (la Convention di FI, ndr) con numeri da record lo dimostra ampiamente”.
Tradotto in “lingua” logica, ha voluto con ogni evidenza significare che, morto Silvio, adesso ci pensa lui, Martusciello, a risollevare le sorti politiche di FI in Campania e, chissà, perfino in Italia.
Insomma, il brano di Andrea Vantini – “Meno male che Silvio c’è” – d’ora in poi sarà sostituito da “Meno male che Fulvio c’è”: magari cantato a squarciagola da un novello Apicella recuperato tra Piazza Garibaldi e Forcella.
Così pare si debba intendere la sortita infelice di Martusciello. A meno che, lasciandosi andare ad una seconda eresia, egli non abbia voluto dire che, dall’Alto dei Cieli, certamente già beatificato, Silvio riuscirà nel miracolo di procurare a FI addirittura più voti di quanti ne abbia raccolti per anni sulla faccia della terra grazie alle sue indiscutibili capacità politiche e umane.
Fosse stato un pochino più bravo in aritmetica elementare, invece di sognare miracoli, Martusciello avrebbe messo nel conto dei “voti a perdere”, oltre a quelli – tantissimi – dell’assenza di Berlusconi, anche la quota tutt’altro che marginale (80mila alle scorse europee) di Aldo Patriciello, imprenditore di sicuro spessore che il consenso ce l’ha di suo, non di riflesso. E che si ricandiderà all’Europarlamento ma non più con FI, probabilmente perché stanco dell’Oligarchia forzista, alla quale Martusciello si onora di appartenere, che accumula cariche istituzionali e di partito per restringere gli spazi operativi degli altri.
A Paestum, tra l’altro, il “Meno male che Fulvio c’è” si è anche pronunciato sull’esito elettorale delle regionali 2026: vincerà il centrodestra con un candidato presidente di Forza Italia. E qui, forse, l’ha azzeccata. Perché se fino a quell’epoca resta la Schlein alla guida del Pd e della coalizione di centrosinistra, quindi con De Luca fuori come Elly fortissimamente vuole, il centrodestra vince chiunque candidi alla presidenza, perfino se dovesse trattarsi dello stesso Martusciello. Ed è quanto dire.

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