Luca Ravenna e la Sitcom italiana

“Ah, mi fai una recensione? Bello! La preferisco all’ intervista.

“Tranquillo, ho il tesserino di pubblicista, ma sono una “libera narratrice di storie”, quindi non sarà nemmeno una vera e propria recensione, piuttosto un racconto. Con me non rischi di sicuro la classica domandona da te amaramente ironizzata sul palco: “È vero che i comici nella vita sono tristi?”.

Saluto Luca Ravenna dopo averlo applaudito all’ultima serata del tour “Red Socks” che ha portato nei teatri di tutta l’Italia 67.000 spettatori tra novembre 2023 e aprile 2024.

Sette mesi di vita e di lavoro intensissimi, l’Italia girata a tappeto da nord a sud, 62 teatri quasi sempre “sold out”. A Milano 13 date al Teatro Lirico, sempre tutto esaurito.
Luca Ravenna trionfa perchè è bravo, fa ridere, usa il linguaggio che il suo pubblico si aspetta, parla dei millennials ai millennials, si lascia ispirare dai suoi “simili” e li scannerizza raccontando e mimando i loro gesti, le loro paure, le loro nevrosi, con una capacità di introspezione e una potente dose di raffinata e colta ironia.

Ti dirò Luca, sorprendi e coinvolgi anche i boomers, li aggiorni, li fai sentire co- protagonisti. Per esempio, quando imiti i tuoi genitori, con mimo e vocine, ti trovo geniale!

Luca non è un comico qualsiasi: è attore, monologhista, sceneggiatore, autore di programmi televisivi. È nato a Milano nel 1987, ha studiato al liceo classico, poi si è trasferito a Roma per frequentare il “Centro Sperimentale di Cinematografia” e prendersi il diploma di Sceneggiatore. Ma la sua biografia la trovate facilmente sulla rete, io voglio raccontare qualcosa di diverso.

Luca sta letteralmente spopolando tra i millennials nati a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, come lui, consolidando un successo derivante dalle sue precedenti esperienze attraverso la formula vincente che è in assoluto quella della “Stand Up Comedy” italiana.
Un palco, tre fari colorati e un monologo di due ore.
Non si tratta del classico monologo teatrale, pur svolgendosi in un teatro.
La “Stand Up Comedy” è un racconto in prima persona, un mettersi a nudo senza essere personaggio, talvolta seguendo un copione, talvolta improvvisando.
Luca fa questo: intercettando sé stesso con raffinatissima ironia, tira freccette ai suoi coetanei che non vedono l”ora di acchiapparle.
E noi “grandi”, intrusi tra palchi e platea come quei genitori che spiano i cellulari dei figli o dei nipoti, ci facciamo delle risate plateali (nel vero senso della parola) insieme ai trentenni, smascherati e complici di un Luca veramente bravo.

È bravo perché è intelligente e arguto, sicuramente come tutti i ragazzi che lo ascoltano in quelle due ore scandite da un ritmo incessante tra spunti, deviazioni, collegamenti, aneddoti che rimandano ad altri e poi tornano, raccontati in modo geniale.

C’è poco di politica, ma qualcosa c’è, ci sono citazioni e riferimenti ad alcuni personaggi come Berlusconi, ci sono i dialetti, i ceppi italici, le categorie di lavoratori, gli studenti, le religioni, il padre, la madre il fratello. Matteo è un fratello speciale per Luca, ho conosciuto anche lui. È il suo alter ego inseparabile che Luca inserisce in alcuni pezzi veramente esilaranti.

L’italianità di Luca è inequivocabile. Nella sua “Stand Up Comedy” ispirata a quella inglese/americana che approdò qui grazie a Youtube, Luca è riuscito a trovare il linguaggio nostro, a intercettare ciò di cui il pubblico italiano aveva bisogno.
Sul palco è senza filtri, è un amico, la sua attitudine sotto il riflettore è esattamente quella che ritrovo facendo due chiacchiere nel locale del party di fine tour, con un bel calice di bollicine in mano.
Vai Luca, stai andando alla grande!
Ti confesso una cosa: la sera del debutto, che fu sempre qui a Milano al Lirico, a novembre, io c’ero e non sapevo chi fosse Luca Ravenna. Tuo fratello mi disse pure: ” grazie er essere qui”.
In quanto boomer, potrai perdonarmi? Spero solo di non provocare in te quel disagio che racconti in modo sublime in uno dei tuoi pezzi . Quello del….Ci siamo capiti!

Ciao Luca, buon proseguimento di viaggio e torna presto!

Ps : per me Luca è un antropologo moderno.
Ed è pure un potenziale Woody Allen italiano.

Amen!

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