Non solo tennis
Sono rimasta molto colpita dalla frase pronunciata da Jannik Sinner qualche secondo dopo aver conquistato il suo secondo grande slam del 2024 a New York.
Una finale leggendaria che lo conferma al primo posto nel ranking mondiale, un assegno da 3.6 milioni di dollari consegnatogli insieme al trofeo, l’ esultanza di un pubblico commosso, tanto quanto i membri del suo team.
Le telecamere lo hanno immortalato in mondovisione in uno dei momenti più potenti della sua vita sportiva.
Gli occhi al cielo rimarranno nella storia insieme alla visibile sensazione di liberazione da una tensione fisica ed emotiva.
Jannik Sinner sta conquistando tutto, sembra inarrestabile, sta dimostrando di avere una solidità mentale e una tecnica inarrivabili.
Alla fine del match, come di consueto, è stato intervistato e incredibilmente ha pronunciato parole inaspettate: ” Il tennis per me è moltissimo, io lavoro per alzare queste coppe, ma fuori c’è la vita vera. Mia zia è molto malata e non so per quanto ancora l’avrò nella mia vita”.
Una dichiarazione lanciata direttamente dal cuore al cielo che suona come una preghiera.
L’altoatesino che da un anno sta abbattendo come birilli tutti i grandi nomi del tennis mondiale, si distacca dal momento sublime della vittoria al grande slam US Open e si connette spiritualmente e pubblicamente con la sofferenza, la malattia, la paura della perdita di una persona cara. Da quel podio, da quell’esultanza liberatoria, da quell’attimo di gloria, un tuffo al cuore lo riporta inesorabilmente alla vita vera.
Non so voi, ma io ho provato commozione.
La dimostrazione tangibile di una umanità ancora intatta, sana, capace di bucare lo schermo lasciandoti a bocca aperta e a bicchiere in mano, visto che fino a pochi attimi prima avevo sudato insieme a lui durante il terzo set alla conquista della vittoria.
Quanto amore, quanta poesia, quanta malinconia, hanno trasmesso gli occhi di un ragazzo che sgobba per vincere a tennis, che sta vivendo sotto una tempesta di fama, successo, denaro, privilegi, onori, viaggi, riconoscimenti, ma che ci invita a uscire immediatamente fuori da lì, da quel campo. Perché la vita vera è altrove.
Come si fa ad essere così capaci, alla sua età, nella sua attuale condizione di star, a rimanere così autentici, a volare in alto con lo spirito, anzichè con la vanità?
Come si fa, nel suo stato di grazia attuale, a dimostrare al mondo quanto vale un essere umano fragile, sfortunato, sofferente, lontano….come sua zia? Mentre milioni di persone ti stanno osannando su un campo da tennis, in mondovisione, mentre ti consegnano l’ennesimo assegno milionario, come si fa a stare con i piedi per terra e il cuore gonfio di lacrime trattenute perchè lei non è lì ad abbracciarti in quel momento? Si fa. Lui lo ha fatto.
Questo momento emotivo privato ma pubblico, allo stesso tempo, rimarrà leggendario tanto quanto la sua straordinaria performance e quel trofeo.
Nella sua semplicità e spontaneità, Jannik Sinner ha lanciato al pubblico un messaggio di amore incondizionato; con la racchetta da tennis ancora calda in mano, ha preso le distanze da tutto e tutti, si è distaccato dal contesto patinato, mondano di quell’ “arena” americana e ci ha detto: ok, tutto meraviglioso, ma io penso alle sfide crudeli della vita vera.
Forse nella amara consapevolezza che certe partite non le può vincere nemmeno un campione come lui.
L’ennesimo successo di questo giovane fenomeno sportivo e lo spessore umano delle sue parole, mi hanno dato una scossa emotiva.
Sono andata a dormire felice per la vittoria di un connazionale, ma ancor di più, per essere stata connessa al canale interiore di un ragazzo sano, salvo, esemplare.
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