IL CORSIVO – Il neo-Minculpop dello Zar di Mosca

A furia di tollerare i paradossi, soprattutto in ambito politico, nazionale e internazionale, cominciamo a correre seriamente il rischio di perdere il senso della realtà oltre che della verità.
Leggete l’ultima. A Bologna c’è un centro sociale – Villa Paradiso – che ha posizioni notoriamente filorusse, e fin qui nulla di strano. Il centro è stato sfrattato dal sindaco Lepore, il quale avrà avuto le sue ragioni per firmare il provvedimento. E anche qui niente di strano.
A difesa di Villa Paradiso si sono mobilitati gli attivisti riuniti dal “Coordinamento No Nato” Emilia-Romagna. E siamo ancora alla normalità: nulla di più legittimo d’una manifestazione di pacifica protesta.
La parte prima del paradosso si consuma quando il primo canale della Tv di Stato russa, “Rossiya 1”, trasmette in grande evidenza il servizio sul caso Bologna con le interviste realizzate dall’inviata. È paradossale, questa circostanza, perché la Tv russa è stata messa al bando dalla Ue dopo i fatti d’Ucraina, e quindi non può confezionare e trasmettere servizi dal territorio italiano. Ma qui siamo comunque, anche se non è affatto poco, alla violazione di una sanzione.
È nella seconda parte del paradosso il colmo dei colmi. Leggete cosa ha detto la giornalista di Rossiya 1, ovvero di Putin. In rapida successione: “Per la libertà di parola e contro la russofobia si protesta oggi a Bologna. Decine di italiani sono usciti in strada dopo la chiusura del centro sociale Villa Paradiso. Il Comune ha sgomberato gli affittuari con il pretesto di cambio di destinazione d’uso dell’edificio. Per la verità subito dopo la proiezione di un film documentario sugli eventi in Ucraina… Nella lotta per la libertà di parola, il sindaco di Bologna ha deciso di passare ai rimedi estremi, avendo deciso di liberare la città dalle fonti di informazione alternative e dai quei posti in cui esse possono essere ricevute… Ormai in Italia l’unico posto in cui trovare fonti di informazione alternativa sono i social network”.
Ciliegina sulla torta: nel servizio televisivo di Rossiya 1, viene inquadrato un volantino su cui appare il viso di Pina Picierno – l’europarlamentare Pd che ha denunciato il caso – affianco a quello del ministro nazista della Propaganda, la buonanima di Joseph Goebbels.
Capito? Grazie ai tanti filo-Putin italiani – in prima fila certi politici e certi giornalisti (o presunti tali, sia i primi che gli altri) – siamo ridotti a dover prendere lezioni di libertà di parola, per non dire di tutte le altre libertà, nondimeno che dal neo-Minculpop elevato all’ennesima potenza dello zar liberticida di Mosca.

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