Dall’Irpinia all’Africa in Gambia e Senegal le buone pratiche del Consorzio sociale A5 per i bimbi
Il modello organizzativo irpino dei servizi sociali per le famiglie e i bambini dell’Africa Occidentale può essere esportato in Senegal e in Gambia, dove il Direttore del Consorzio A5, ha incontrato i rappresentanti del governo locale. “Inizia una collaborazione che porterà in quei Paesi le buone pratiche sviluppate in provincia di Avellino”, ha spiegato Carmine De Blasio
Porteranno dall’Irpinia all’Africa le buone pratiche del Consorzio sociale A5, che si prepara ad assistere i bimbi del Senegal e, soprattutto, del Gambia. Proprio in questo Paese il Direttore del Consorzio A5, Carmine de Blasio , ha incontrato i rappresentanti del governo locale. “Inizia una collaborazione che porterà in quei Paesi le buone pratiche sviluppate in provincia di Avellino”, ha spiegato. De Blasio ha incontrato in Gambia Hon Habibatou Drammeh, Ministro dell’Educazione di base e secondaria, poi DR Nyassi, vice Ministro per la Salute, e, infine, Hon Fatou Kinteh, Ministro per le Pari Opportunità e il Benessere Sociale. “Al centro degli incontri il tema dell’accessibilità da parte dei bambini che vivono in particolare nelle zone interne al servizio scolastico, le forti criticità dei servizi sanitari, la lotta alla violenza sulle donne”, ha spiegato De Blasio, che ha iniziato con percorso scaturito proprio dalla richiesta di aiuto di un cittadino del Gambia presente nella provincia di Avellino. “Il Gambia e il Senegal rappresentano anche territori di partenza per i tanti profughi che arrivano con mezzi di fortuna e superando rischi e pericoli altissimi, sulle coste europee, in special modo sul territorio italiano”, spiega il direttore del Consorzio. “Individuare possibilità di collaborazione con questi territori africani non significa soltanto portare solidarietà e beneficenza di cui tanto bisogno hanno le famiglie e i tantissimi bambini, vuol dire soprattutto contribuire a creare condizioni necessarie per favorire lo studio e quindi la protezione sociale dei più piccoli insieme alla maggiore speranza di costruirsi la propria strada”, ha concluso, sottolineando come “la questione di fondo, in particolare per i più giovani non è costruire un futuro ma garantire un presente”.
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