I precari della scienza in piazza ad Avellino davanti al Cnr per la stabilizzazione

Flash mob ad Avellino dei ricercatori precari di lungo termine, che hanno aderito alla protesta nazionale degli operatori della scienza, spogliandosi dei camici davanti alla sede dell’ISA Cnr. Chiedono la stabilizzazione e fondi per i progetti. “L’alternativa è la fuga all’estero”, spiegano

Con un contratto precario rinnovato periodicamente – in alcuni casi anche da 15 anni -, privi delle certezze e delle tutele che lo status di alto livello professionale imporrebbe, un terzo di tutti i ricercatori del CNR scende in piazza per reclamare il riconoscimento e il rispetto di un diritto. Davanti alla sede dell’Istituto di Scienze per l’Alimentazione presso il CNR di Avellino, decine di ricercatori precari hanno organizzato in contemporanea con i colleghi nelle altre città italiane, con la valigia in mano. Svestendo il camice da laboratorio, hanno fatto capire di essere ormai pronti alla migrazione verso l’Estero, prospettiva inevitabile per chi dopo tanti anni di dedizione celebrata come eccellenza italiana non può reggere il costo della sopravvivenza in un Paese che si fa vanto del loro successi scientifici, ma non vuole pagarne il talento. Nei laboratori vivono e lavorano con lo stile, la qualità e l’impegno che li accomuna ai colleghi assunti, contribuendo alla pari con tutti gli altri ricercatori ad affermare nel mondo una ricerca scientifica applicata italiana, che rappresenta un vanto in ogni campo, dalla medicina e dall’alimentazione, alle tecnologie spaziali.
Con la manifestazione tenuta davanti alla sede dell’ISA Cnr, i ricercatori non hanno chiesto la luna, ma una stabilizzazione sostenibile per il bilancio dello Stato, stabilita dalle norme e imposta dalla decenza, hanno spiegato ad Avellino. “Senza soluzioni immediate, le professioniste e i professionisti che lavorano nell’Ente saranno costretti a cambiare lavoro, casa, città, sacrificando anni di studio e competenze”, hanno scritto in un comunicato seguito al flash mob. Le risorse per i contratti ci sono, vanno sbloccate.

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