IL CORSIVO – Pina Picierno e la sveglia alla Schlein

Mentre la segretaria del Pd si arrampica sugli specchi in frantumi del Referendum, e con tono minaccioso, in perfetto stile guappesco – proprio lei, cacciatrice impenitente di cacicchi e capibastone – promette alla Meloni che i conti si faranno alle politiche, una severa ma lucidissima Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo ed esponente di punta dell’area riformista Pd, alla Schlein non le manda a dire, gliele rinfaccia papale papale. In sintesi: la campagna referendaria è stata una Waterloo senza se e senza ma, la segretaria ha schiacciato il partito su Landini con l’aggravante di aver anche diviso le sigle sindacali, ha commesso errori enormi, ha fatto un regalo impagabile a Meloni, perdippiù nel momento di maggiore affanno della destra.
È un fiume in piena, Picierno, nell’intervista di ieri raccolta da Maria Teresa Meli per il Corsera.
Una domanda e una risposta per tutte nel bel mezzo del commento all’esito del voto.
La cronista chiede: “Adesso che cosa si aspetta? Una direzione per discutere di quello che è successo?”.
L’europarlamentare risponde: “Mi aspetto che almeno non vengano usati mezzi termini o acrobazie assolutorie con calcolatrice alla mano. Mi pare evidente che l’alternativa di governo non si costruisce agitando feticci del passato. C’è un nuovo mondo là fuori che ci chiede soluzioni coraggiose alle sfide di oggi. Guardiamo avanti”.
Cosa dire? Altro che “avviso di sfratto alla Meloni da Palazzo Chigi”, secondo le sospirate profezie del senatore piddi Francesco Boccia. Qui pare che altri corrano il rischio di dover cercar casa.
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