IL CORSIVO – PINA PICIERNO E IL PD CHE NON C’È PIÙ

L’intervista all’eurodeputata Pd e vice-presidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, raccolta ieri per il Corsera da Maria Teresa Meli, va letta per intero, e la raccomandiamo soprattutto a chi è interessato a capire cosa sta accadendo nella politica italiana in generale e nel Partito Democratico in particolare.
L’onorevole Picierno è cresciuta moltissimo in questi ultimi anni, dopo una lunga e durissima gavetta. Le va dato atto di aver conquistato la prestigiosa carica nell’Europarlamento impegnandosi con tutte le sue forze nella non facile impresa di ammodernamento di una istituzione che è, insieme e sempre più, di primaria importanza ma ancora gravemente rallentata da troppi lacci e lacciuoli sia di natura burocratica che politica.
Ottima intervista. Condivisibile, a nostro giudizio, per rigore e chiarezza l’analisi della Picierno nel vivace botta e risposta con la giornalista. Salvo un passaggio che estrapoliamo, per il nostro corsivo, dal testo pubblicato.
La domanda di Maria Teresa Meli: “Dicono che lei potrebbe uscire dal Partito Democratico…”
La risposta dell’europarlamentare: “Visto che lei sembra ben informata, mi spieghi: lo dicono gli stessi che sono usciti dal Pd salvo poi ritornare? O quelli che sono entrati nel Pd da poco e direttamente in ruoli apicali? Nel mentre, facciamo in modo che il Pd non esca da se stesso”.
Cosa dire? Indiscutibile la verità delle porte girevoli spudoratamente usate da chi nel partito è rientrato senza incontrare ostacoli dopo esserne uscito sbattendo la porta. Indiscutibile anche la verità sugli ultimi arrivati e subito messi ai posti di comando, perdippiù senza portare in dote un briciolo di consensi e men che meno una parvenza di sensibilità politica.
Ciò che invece non riusciamo a condividere con la Picierno è l’illusione che il Pd non sia ancora uscito da se stesso. In questo, l’Onorevole vice-presidente del Parlamento Europeo dimostra – scelga lei – o imperdonabile ingenuità oppure una smisurata compassione cristiana verso il partito che ella, sinceramente, continua ad amare. Il Pd è uscito da se stesso perché Elly Schlein lo ha portato di decenni indietro rispetto alla sua stessa data di nascita. Il Pd di Elly Schlein è il tentativo di reincarnazione del morto e seppellito Partito Comunista. Con una differenza: quel Pci è stato un grande Partito quando ha vissuto la sua epoca con Pensiero, Dignità ed Onore, grazie a Politici dotati d’immensa Intelligenza, Cultura, Ideologia e Idealità. Schlein è un granellino di sabbia nella vastità del deserto. Con l’aggravante di non rendersene conto. Statene certi: Enrico Berlinguer, giusto per citare uno dei Grandi nomi del Grande Pci, non può fare a meno di rivoltarsi nella tomba di fronte ai triplici salti mortali (all’indietro) dell’attuale leader dei democratici.
Giovedì scorso, uno storico e politologo dello spessore di Ernesto Galli Della Loggia – ancora sul Corsera – ha tracciato un profilo impietoso ma realistico delle cause che hanno portato al fallimento politico della sinistra e del Pd. Un fallimento che ha regalato “per inerzia” il governo alla leader di Fratelli d’Italia e al centrodestra.
Pina Picierno farebbe cosa buona, giusta e utile alla causa se leggesse e spiegasse quel profilo alla Schlein. Magari alzando anche la voce, come ella sa fare quando vuole.

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