IL CORSIVO – I gesti per la Pace di Papa Leone e Mattarella
Comincia oggi a Roma la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina organizzata dal nostro ministero degli Esteri. Impegno programmatico indispensabile, oltre che Alto e Nobile. Anche se in questa fase la parola “ricostruzione” stride con la “distruzione” di quel Paese ancora in corso ad opera dei missili di Putin. I sostenitori palesi e occulti dello Zar – tra i quali, ricordiamolo, figurano non pochi italiani della politica, del giornalismo, dell’imprenditoria, della canzonetta popolare, e chissà perché! – Lorsignori, dicevamo, continuano nelle loro ipocrite liturgie pacifiste ma si guardano bene dal “marciare” anche contro Putin, come del resto opportunamente si fa contro l’altro criminale di guerra che risponde al nome di Netanyahu. Per lo Zar – che rifiuta la pace, o vuole imporla alle sue inaccettabili condizioni, il che è la medesima cosa – c’è sempre una giustificazione da aggiungere. Nella narrazione dei putiniani in maschera, il Capo del Cremlino è la vittima dell’Ucraina, non il boia: siamo ad un passo dalla richiesta della sua beatificazione.
In questo clima, ieri Zelensky ha incontrato prima Papa Leone e poi il Presidente Mattarella. In questo stesso clima, abbiamo assistito all’ennesima giravolta di Trump, abilissimo nel creare nuove speranze di difesa dell’Ucraina, ancor più bravo a bruciarle nell’arco d’un mattino.
In questo clima, tuttavia, assumono un significato di altissima valenza umana, sociale e politica due gesti: quello di Papa Leone, che ha confermato la disponibilità ad accogliere in Vaticano i rappresentanti di Russia e Ucraina per i negoziati; e quello della calorosa accoglienza che il Presidente Mattarella ha riservato per l’ennesima volta a Zelensky. Sono tre anni che il nostro Capo dello Stato mantiene una rigorosa posizione di coerenza rispetto alla verità cronachistica e storica di questo conflitto: la Russia di Putin ha invaso, l’Ucraina di Zelensky è stata invasa. La Pace giusta è indissolubilmente legata a questa verità. Ogni variante non può che generare una nuova guerra, e un’altra ancora. Ecco perché Mattarella – Cuore e Mente di Pace – eleva a “principio” quella verità.
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