IL CORSIVO – ZANDA E L’INUTILE LAVATA DI TESTA AL PD MODELLO SCHLEIN
A chi fosse interessato almeno un po’ alla politica ragionata, piuttosto che alla mera propaganda, consigliamo la lettura dell’intervista all’ex senatore dem Luigi Zanda – 82 anni, lucidità invidiabile, notevole spessore culturale – raccolta per il Corsera di ieri dall’eccellente Maria Teresa Meli.
Si parla essenzialmente del Pd di Elly Schlein in merito alle grandi questioni attuali, in modo particolare del caso Gaza e Piano Trump nel più ampio contesto internazionale.
L’analisi di Zanda è impietosa quanto realistica.
L’ex senatore rinfaccia alla segretaria Pd di non avere una linea univoca, in politica estera come su altri temi strategici, e spiega che “è difficile averla se la priorità è andare d’accordo con alleati le cui idee sono molto diverse dalla tua”.
Ancora. Ammonisce su una verità incontestabile, e cioè che “le coalizioni possono diventare forza di governo solo se sono guidate da un partito forte soprattutto nel pensiero politico oltre che nei numeri”. Ed esemplifica il ragionamento citando Bersani, che nei giorni scorsi ha fotografato lo stato dell’arte del campo largo con una espressione efficacissima: “La coalizione non ha un progetto per l’alternativa di governo”.
Di più. Sul tema dei diritti, quasi esclusivo nella propaganda della leader dem, Zanda rinvia al monito di Aldo Moro: “La stagione dei diritti si rivelerà effimera se in Italia non rinascerà il senso del dovere”.
Da ultimo, ma non per importanza, l’ex senatore toglie il silenziatore alle voci di dentro che hanno ben individuato il tallone d’Achille dell’alleanza con il M5S. L’affondo: “Noi dobbiamo sapere che Conte non avrà pace fino a quando non verrà incoronato come capo assoluto del campo largo, e che quindi non è un compagno di strada molto affidabile…”.
Se è così che stanno le cose, e pare che stiano proprio così, la ragion prima dello stato di crisi di questo Pd è attendibilmente descrivibile parafrasando un antico proverbio: “A lavar la testa ai testardamente unitari modello Schlein, non si perdono soltanto l’acqua e il sapone, quant’anche e soprattutto le elezioni”.
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