Provincia, si vota. Sfida Vignola-Biancardi, occhio a tradimenti e democristiani a 5Stelle

E’ arrivato il giorno delle elezioni provinciali. Trattandosi di un ente di secondo livello, così come ha stabilito la tanto discussa legge Delrio (che ha tolto fondi ma ha lasciato le stesse, fondamentali competenze) il voto è riservato ai soli consiglieri e sindaci di 116 comuni irpini, fanno eccezione Taurasi e Mirabella Eclano poiché commissariati. Sono 1394 coloro che si recheranno al voto e dovranno scegliere un presidente e 12 consiglieri, due schede distinte e separate a loro disposizione. Le operazioni di voto si apriranno alle ore 8 e termineranno alle ore 20, solo il giorno dopo, 1 novembre, le operazioni di scrutinio a partire dalle ore 9. Durante la stessa mattinata si scoprirà chi sarà il successore dell’attuale presidente di Palazzo Caracciolo Domenico Gambacorta.

Due i candidati in campo per cinque liste: il centrosinistra ha scelto il sindaco di Solofra Michele Vignola, il sindaco di Avella Domenico Biancardi è l’asso nella manica del centrodestra. In teoria non ci sarebbe gara: su Vignola il patto siglato tra partito democratico e popolari ha la maggior parte degli amministratori locali schierati, Biancardi parte dietro ma non dispera. Oltre al centrodestra raccoglie infatti il fronte civico che da Alaia va a D’Agostino, oltre a un consenso trasversale, al di fuori degli schemi di partito. Per Vignola invece c’è l’incognita degli sgambetti nel segreto delle urne, che hanno determinato la sconfitta di Foti 4 anni fa, quando come oggi la vittoria del centrosinistra sembrava scontata.

Il comune capoluogo, che ha un peso importante ai fini del voto, è perfetta testimonianza che tutto può succedere: in teoria Vignola dovrebbe passare all’incasso, nella pratica i fari sono puntati sul comportamento di Festa e qualche decariano, pronti al grande tradimento.

Al voto, nonostante il divieto dei vertici, anche due consiglieri comunali del Movimento 5Stelle: Alfonso Laudonia e Elsa D’Aliasi sono pronti a sacrificare il loro credo morale e politico nel nome dell’amicizia, della parentela e del tornaconto personale, nel pieno rispetto della grande tradizione democristiana. A 5Stelle, s’intende, che è tutta un’altra storia. Almeno così si racconta sul blog

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