Bomba Sidigas, la procura sequestra cento milioni di euro. De Cesare intanto ha presentato il concordato in bianco

La miccia era già accesa da tempo, esplode la bomba in casa Sidigas. La procura, a seguito dei suoi accertamenti portati avanti con il sostegno della guardia di finanza, non si è limitata a proporre l’istanza fallimentare che verrà discussa il prossimo 12 luglio, ma ha avviato allo stesso tempo un’inchiesta penale e oggi ha ordinato il sequestro preventivo d’urgenza dei beni della società per un ammontare di cento milioni di euro.
I militari della guardia di finanza sono già scattati in azione, da questa mattina sono in corso le perquisizioni nella contabilità dell’azienda, si cercano anzitutto crediti liquidi da bloccare, in assenza le fiamme gialle disporranno il sequestro di beni immobili e patrimoniali fino ad arrivare alla cifra richiesta dalla procura. Che altro non è che la sommatoria dei debiti accumulati dalla Sidigas nei confronti dell’erario e dei privati.
Oltre 60 i milioni di euro non versati allo Stato, per il resto la fa da padrone un debito con Eni che tocca i 20 milioni di euro. L’inchiesta della procura è partita proprio da qui. Un pignoramento ottenuto dall’Eni dal valore però molto inferiore rispetto ai crediti ha messo in allarme il giudice del tribunale Patrizia Grasso, che seguiva il contenzioso, sul reale stato finanziario della società.
Gli accertamenti della guardia di finanza, messa in azione dalla procura, hanno fatto emergere un quadro complesso: De Cesare avrebbe sottratto i fondi da versare all’erario per finanziarie le altre attività economiche del resto del suo gruppo. Falso in bilancio, omesso versamento di Iva, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio i reati contestati, de cesare sarà chiamato a difendersi da accuse gravi.
Intanto, il primo passo è evitare il fallimento: l’udienza è fissata il 12 luglio, l’ultima notizia sul punto è che l’ingegnere ha presentato proprio stamattina in tribunale un concordato in bianco. L’obiettivo è quello di ottenere un rinvio per avere più tempo per mettere a posto le carte e salvare la sua società, ridefinendo il quadro dei debiti.
Per quanto riguarda calcio e basket, la situazione si complica non poco: la distrazione delle risorse ha coinvolto, secondo la ricostruzione della procura che accusa la Sidigas per questo di riciclaggio, anche le due società sportive: Us Avellino e Scandone rischiano di finire all’interno dei sequestri, senza la possibilità di essere cedute nè riprogrammate in vista della prossima stagione

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