L’inquinamento crea un’autostrada per la diffusione del Covid

Le polveri sottili rappresentano un’autostrada per la diffusione del Covid: le prime evidenze già durante il lock-down, ora c’è la conferma e arriva da una ricerca che la Società taliana di medicina ambientale ha condotto insieme a ricercatori delle Università di Bologna, Bari e Trieste. Il lavoro è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “British Medical Journal”. Il tutto parte dalle analisi eseguite su 34 campioni di PM10 nell’aria di siti industriali della provincia di Bergamo, raccolti con due diversi campionatori d’aria per un periodo continuativo di 3 settimane, dal 21 febbraio al 13 marzo. Nei campioni di particolato atmosferico (comunemente dette “polveri sottili”) sono state trovate tracce dell’Rna di Sars-CoV-2. Secondo Gianluigi De Gennaro, professore di Chimica dell’Ambiente all’Università di Bari “questa è la prima prova che l’Rna del SARS-CoV-2 può essere presente sul particolato in aria, suggerendo così che, in condizioni di stabilità atmosferica e alte concentrazioni di PM, le micro-goccioline infettate contenenti il coronavirus possano stabilizzarsi sulle particelle per creare dei cluster col particolato, aumentando la persistenza del virus nell’atmosfera, come già ipotizzato sulla base di recenti ricerche internazionali. L’individuazione del virus sulle polveri potrebbe essere anche un buon marker per verificarne la diffusione negli ambienti indoor come ospedali, uffici e locali aperti al pubblico”.

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