Vaccinazioni: carenza di dosi, ai medici solo il 25% del fabbisogno
Influenza stagionale: somministrazione a rilento
La campagna è partita con un mese di anticipo rispetto all’anno scorso. Si è nel bel mezzo della pandemia, il che complica sia le forniture che le procedure attuative. Fin qui la doverosa premessa. Ora la cronaca di questi giorni in provincia di Avellino. Due settimane fa la consegna delle prime dosi di vaccino contro l’influenza stagionale ai medici di famiglia ai quali in questa fase più che mai è stato chiesto di procedere con le sommistrazioni alle categorie per le quali la vaccinazione è particolarmente consigliata: pazienti fragili, malati cronici, soggetti con impiego a rilevanza sociale (le forze dell’ordine), sanitari, anziani (quest’anno dai 60 anni in poi) e bambini (dai sei mesi ai sei anni). Ad oggi – stando a quanto riferito dall’Ordine provinciale dei camici bianchi – i medici di base hanno ricevuto meno del 25% delle dosi richieste (in media ogni professionista ha chiesto tra le 500 e le 600 dosi). L’azienda sanitaria locale ne ha ordinario circa 130mila, il 50% in più rispetto al 2019. La sensazione che è siano insufficienti: solo gli ultrasessantenni in Irpinia – dati Istat alla mano – sono circa 130mila. In attesa delle nuove tranche di forniture, fioccano le prenotazioni nei centri vaccinali pediatrici dei vari distretti sanitari della provincia. Al momento non si segnalano lunghe liste d’attesa. Per i bambini – sulla carta 13mila potenziali utenti – la somministrazione è doppia: la seconda dose va fatta a 4/6 settimane dalla prima.
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