Il questore nega i funerali per l’ex boss Amedeo Genovese

Il questore di Avellino ha negato i funerali pubblici per Amedeo Genovese, il boss fondatore dell’ex Clan Partenio deceduto all’età di 65 anni in un ospedale di Parma. La tumulazione nel cimitero di Summonte, paese natio

Motivi di ordine pubblico, la questura di Avellino ha negato la possibilità ai familiari di celebrare i funerali di Amedeo Genovese, ex boss del Clan Partenio. Deceduto a 65 anni domenica sera presso l’ospedale di Parma a causa di un arresto cardiaco arrivato alla fine di un aggravamento delle sue condizioni di salute, Genovese sconta la sua caratura criminale.

Fondatore, assieme al cugino Modestino Genovese, del Clan Partenio, il boss di Summonte stava scontando l’ergastolo presso il carcere di Parma, nel reparto di alta sicurezza, condannato per gli omicidi dell’imprenditore Modestino Corrado e dell’assassinio di camorra di Walter De Cristofaro, affiliato del Clan Cava, resosi colpevole di uno sgarro nei confronti del cugino di Amedeo, Modestino. Come riporta in uno dei suoi reportage il giornalista Luciano Trapanese, che in quegli anni (fine ’90 inizi duemila) si occupò di raccontare le dinamiche criminali del Clan Partenio, Modestino Genovese, detenuto in carcere assieme a De Cristofaro, inviò fiori, spumante e panettone per Natale alla moglie di quest’ultimo. Di tutta risposta De Cristofaro fece picchiare dai detenuti il boss di Summonte. Quando uscirono fuori di carcere, si consumò la vendetta: i due cugini Genovese organizzarono l’omicidio di De Cristofaro, nonostante fosse un protetto dal Clan Cava, davanti a un bar di Serino.

Usura, estorsioni, controllo sugli appalti e soprattutto droga: nella zona da Montevergine al Terminio, Mercogliano, Summonte, Ospedaletto, il capoluogo, Serino, il clan dei Genovese aveva imposto il suo controllo sugli affari illeciti grazie alla sua forza intimidatrice, fatta di violenza brutale, pestaggi e anche assassini per chi non si assoggettava. Per questo oggi ai familiari di Amedeo Genovese non è stato concesso il rito funebre: dopo un saluto nella camera ardente presso le pompe funebri, l’ex boss domani verrà direttamente tumulato nel cimitero di Summonte.

Il figlio Damiano, detenuto in carcere per le accuse sull’affaire delle aste giudiziarie e il voto di scambio politico mafioso alle amministrative del 2018 nel capoluogo, ha chiesto di partecipare, ma appare difficile organizzare per tempo il trasferimento dalla casa circondariale di Siracusa dove è detenuto, sempre che ottenga il nulla osta dai giudici

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