Salvataggio Alto Calore, le carte in Tribunale. Ciarcia: siamo pronti

Domani inizia per l’Alto Calore l’esame decisivo. L’amministratore unico dell’azienda idrica trasmette al Tribunale di Avellino il piano industriale, chiedendo la chiusura del procedimento fallimentare. Michelangelo Ciarcia si dice fiducioso

L’Alto Calore è pronto a sostenere l’esame decisivo per il salvataggio. L’Amministratore unico Michelangelo Ciarcia ha predisposto le carte, che domani mattina saranno trasmesse al Tribunale di Avellino per l’esame conclusivo della proposta concordataria. I giudici dovranno valutare se il riassetto industriale operato in questi mesi consentirà all’azienda di rientrare da un debito di 170 milioni. Si tratta di un voluminoso dossier, spiega Michelangelo Ciarcia. Il manager ritiene alla portata l’obiettivo del salvataggio, anche grazie al decisivo contributo di 40 milioni concesso dalla Regione Campania, che gira all’Alto Calore le quote di ristoro arrivate dalla Puglia. I fondi sono stati resi disponibili in queste ore, spiega Ciarcia, che sottolinea anche il significato più ampio che il salvataggio dell’azienda ha per un territorio considerato la cassaforte idrica del Mezzogiorno: preservare la gestione pubblica che proprio Alto Calore ha iniziato, tra i primi soggetti in Italia, oltre 80 anni fa.

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