Teatro Gesualdo, nuovo corpo a corpo Foti-Cipriano. Ma il finale lo potete scegliere voi il 10 giugno
Chiuso da oltre un anno, maltrattato da tre, il Teatro Gesualdo continua a fare da scena al peggio che la politica locale riesce a proporci. Ancora un botta e risposta tra il sindaco Foti e l’ex presidente del Gesualdo Cipriano, cui avremmo fatto volentieri a meno, dato che poco aggiunge a quanto già noto. Se non l’ennesimo vicendevole scambio di insulti che, se il buongiorno si vede dal mattino, caratterizzerà tutta la campagna elettorale, e che sancisce per l’ennesima volta quanto chi gestisce e ha gestito sia lontano anni luce dagli stessi gestiti, cioè i cittadini, costretti a ritrovarsi, caso unico in Italia, con il proprio teatro con le porte serrate da oltre un anno. Con i perchè che non trovano degna risposta ma solo uno scambio di accuse reciproco, che dimostra con un semplice e innegabile sillogismo come le colpe siano di tutti, ma le responsabilità quelle, nessuno è abbastanza uomo da sapersele prendere.
A iniziare l’ennesimo round, il sindaco Paolo Foti in consiglio comunale che nel giorno dell’approvazione della liquidazione, pietra tombale sulla vecchia istituzione, chiude la parabola scagliandosi contro l’ex presidente: “Il teatro è stato gestito come una piccola salsamenteria di paese, in maniera opaca e discutibile, senza trasparenza, con affidamenti fatti a discrezione senza le corrette procedure pubbliche, utilizzato in maniera autoreferenziale per farsi pubblicità: certa politica abbia almeno la decenza e il pudore di arrossire”.
Oggi, in conferenza stampa davanti al teatro, la replica durissima del tornado Cipriano:
Mai più pero’ non dovrebbero essere loro a dirlo, nè gli uni che gli altri, ma voi, che dalla politica vi aspettate Ben di piu’. Che si occupi di risolvere i problemi, anzichè crearli, e che serva a risollevare le sorti degli elettori, invece di essere teatro di una rovinosa guerra tra eletti, portata avanti tramite reciproci, subdoli sgambetti, col miope fine di realizzare misere ambizioni personali.
Ma se c’è un bello in questa indecente messinscena, è che almeno il finale sarete voi a sceglierlo: il prossimo 10 giugno avrete la possibilità di cancellare con una semplice croce tutto questo osceno passato
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