Dia: “Morte boss Cava e scarcerazioni eccellente minano equilibri criminali”

Un contesto territoriale che risente a Sud (Vallo di Lauro, Mandamento, valle Caudina e Montorese-Solofrano) dei condizionamenti dei gruppi criminali napoletani e casertani e a Nord (Alta Irpinia e Arianese) della mala pugliese così come ha confermato anche l’ultima operazione ieri dei carabinieri sul fronte del racket sull’eolico. Ma nella relazione relativa al secondo semestre del 2017 presentata al Parlamento, la direzione investigativa antimafia accende i riflettori soprattutto sul Vallo di Lauro alla luce anche della recente escalation suon di attentati e intimidazioni. Secondo l’antimafia la morte del capo clan Biagio Cava e la scarcerazione di due esponenti di spicco dei Graziano, così come di un altro boss della famiglia Sangermano contigua sempre ai Cava, posto alla misura degli arresti domiciliari a Lauro – eventi avvenuti a novembre scorso – potrebbero incidere sui futuri assetti delle due cosche. Confermate sempre della Dia l’influenza tra Avella e Baiano del “Nuovo Ordine di Zona”, del clan Genovese sul capoluogo e la supremazia del gruppo Pagnozzi in Valle Caudina forte anche dello storico legame con i Casalesi e con i clan operanti in provincia di Benevento: Sperandeo, Esposito di Solopaca, Iadanza-Panella di Montesarchio. Le attività criminali prevalenti di tutte le cosche operanti in Irpinia – scrive la Dia – sono il traffico, la vendita di sostanze stupefacenti e le estorsioni in danno di imprenditori e commercianti”.

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