Programma, Ciampi fa dietrofront. Intanto il caso ‘vele’ arriva in Parlamento

Succede di tutto al consiglio comunale di Avellino. Dopo la bagarre di due giorni fa, ieri sera la replica. Il prologo, d’altronde, non lasciava presagire nulla di buono. Prima il post su facebook di Ciampi, con tanto di sfida all’aula; nel pomeriggio la replica dei consiglieri che hanno convocato il sindaco in capigruppo per obbligarlo a relazionare sul ricorso al Tar, tenuto nascosto a tutti.
Chiesto, fatto: il sindaco apre la seduta di consiglio esponendo le motivazioni che lo hanno indotto a chiedere il riconteggio delle schede dell’esito elettorale dello scorso 10 giugno, poi la difesa: “Non sono un bugiardo, avevo affermato di non aver presentato ricorso, ed era vero al tempo. E’ di tutta evidenza che il sottoscritto, e lo dico con forza, non ho detto bugie. Ho agito solo nell’interesse della legalità”, le sue parole, ma subito dopo parte il fuoco incrociato delle opposizioni.
“Bugiardo, dissociato, ecologisti volontari, linguaggio e atteggiamento da poppanti”, i gruppi consiliari ci vanno pesante,  e poi il coupe de theatre di Cipriano che fa proiettare in aula il video che inchioda la distanza tra le parole del sindaco e le sue azioni. Due persone del pubblico urlano all’indirizzo di Cipriano e vengono allontanate dai vigili urbani. Ma resta l’impressione che permettere di proiettare il video non sia stato altrettanto corretto.
Poi il sindaco cerca di abbassare i toni. “Sono un novizio, pago qualche errore commesso e qualche colpa. Quel che, però, non posso accettare è passare per un bugiardo. però Un sindaco deve ascoltare le critiche e dare a questa la giusta importanza per sbagliare di meno. Chi è senza peccato scagli la prima pietra” fa pubblica ammenda, prima di ritirare le linee programmatiche, con la speranza di trovare condivisione nel resto dell’aula: “Riscriviamole assieme”, l’appello finale. Le opposizioni accettano, ma l’accordo è ancora tutto da scrivere.

Intanto il caso delle vele arriva in parlamento: il deputato di Liberi e uguali Luca Pastorino ha interrogato il ministro Salvini, accusando il sottosegretario Carlo Sibilia, che avrebbe commissionato i 6×3. “Un gravissimo episodio di intimidazione e disinformazione politica che ha esposto alla gogna i rappresentanti delle istituzioni democraticamente eletti nel libero esercizio delle loro funzioni costituzionali, mettendone a rischio anche l’incolumità personale. Le chiedo «quale sia la sua valutazione in merito alle gravi dichiarazioni rese dal sottosegretario Sibilia, anche alla luce del rilevante incarico ricoperto»”, ha incalzato Pastorino. Il ministro Salvini sarà chiamato a rispondere del comportamento del suo sottoposto entro trenta giorni, come da prassi

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