Nuova IIA, il documento dei sindacati al vaglio dei sindaci: la fabbrica non si smantella

“Sì alla privatizzazione della Industria Italiana Autobus, confermando una quota allo Stato, ma soprattutto garantendo la produzione di pullman nell’interesse strategico dell’Italia”. Questa la richiesta che sindacati ed enti locali fanno al Governo, dicendo no ad una uscita di scena al buio di Leonardo

Da oggi è al vaglio dei sindaci e degli enti locali il documento politico per il rilancio della Industria Italiana Autobus, elaborato dalle organizzazioni sindacali in queste ore e già recapitato al Presidente della Provincia, Rizieri Buonopane. Si tratta di una vera e propria piattaforma programmatica, che riassume in maniera didascalica con cifre e date la storia di questi dieci anni di attività industriali. Tra mille problemi, con investimenti per 110 milioni di euro, la IIA ha mantenuto al lavoro quasi 400 dipendenti della ex Irisbus chiusa dalla Fiat, collocando sui mercati un marchio oggi appetibile, che ha messo su strada nel quinquennio a guida pubblica 841 pullman e che dal 2023 ha iniziato l’assemblaggio dei pullman elettrici. Al Governo si chiede di procedere pure con una privatizzazione della Industria Italiana Autobus che sia oculata, confermando una quota di partecipazione allo Stato, non liquidando tutto il 72% di azioni detenute. Soprattutto – questa è la richiesta perentoria, si lancia un appello a garantire al dio là della partnership la produzione di pullman nell’interesse strategico dell’Italia”, salvaguardando i 370 addetti oggi in organico, i 235 fornitori e un indotto che va ricostituito. I sindacati sollecitano alle autonomie locali dell’Irpinia la firma in calce al documento per dire tutti insieme, istituzioni e parti sociali, un no secco a quella che definiscono una uscita di scena al buio di Leonardo.

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