Il Moscati si fa il check up: l’ospedale soffre di cuore

Nell’attesa di capire come supererà la prova di annessione col Landolfi, l’ospedale Moscati pubblica la relazione sulle sue performance dello scorso anno. Un check up necessario per valutare lo stato di salute dell’ospedale, in vista dei giudizi del piano nazionale esiti e della nuova griglia dei livelli essenziali di assistenza attesi per fine anno. Il moscati arriva da due anni complicati, in particolare il 2015, dove ricevette una doppia bocciatura dall’Agenas sulle performance in parametri importanti quali l’area clinica muscoscheletrica e quella cardiovascolare.

Ma i dati del 2017 mostrano un ospedale che è riuscito ad invertire la tendenza, mettendo in luce un nosocomio in buona salute, come si deduce dall’indicatore del peso medio dei ricoveri ordinari, che nel 2017 sale dall’1,19 fino all’1,23: il dato mostra la capacità di affrontare casi clinici sempre più complessi. L’1,15 è il valore di riferimento che denota un buon lavoro all’interno dei nosocomi, il Moscati dunque lo supera abbondantemente.

A questo si deve aggiungere il dato sull’attrattività dell’ospedale: il 62% dei pazienti del Moscati sono della provincia di Avellino, questo significa che ben il 38% arriva da fuori, la maggior parte dalle province di Napoli e Salerno. I fiori all’occhiello che attraggono gli utenti extraprovinciali sono i reparti di oncologia, chirurgia, malattie infettive e cardiologia.

Ora i dati più attesi, le risposte fornite dai reparti bocciati dall’Agenas: la percentuale di mortalità a trenta giorni dagli interventi di bypass aortocoronarico scende sensibilmente, dal 12% al 5%, poco sopra la soglia minima richiesta del 4%. Buone notizie anche dagli interventi al femore: la percentuale dei pazienti over 65 operati entro due giorni dalla frattura sale dal 33% al 58%, a due punti dall’obiettivo richiesto del 60%. Obiettivo raggiunto invece sulle percentuali dei cesarei, che dal 33% scende al 23%. Secondo le attese e gli obiettivi fissati risultano invece gli interventi per il tumore alla mammella, al colon e al retto.

Ma il dato preoccupante invece arriva dalla cardiochirurgia: la percentuale di mortalità a trenta giorni dal ricovero per scompenso cardiaco sale dall’ 11% al 19%. Numeri da bollino rosso, su un reparto specialistico su cui il Moscati punta molto, per mantenere la classificazione di Dea di secondo livello nel derby con il Rummo: per questo c’è molta attesa per l’arrivo a breve del nuovo primario affinchè possa invertire il trend.

Gli ultimi dati confermano problemi già noti da tempo: la carenza di personale rispetto al fabbisogno necessario, oltre 200 i dipendenti in meno rispetto a quanti ne servano, e gli accessi al pronto soccorso: ben 41mila gli utenti serviti nel 2017 nel reparto d’emergenza dell’ospedale, una media di circa 114 accessi al giorno, che escludendo gli ingressi del reparto pediatrico, scende a circa 95. Non pochi, segno sia di un ospedale visto come punto di riferimento, ma che ingolfano le corsie come troppo spesso accade, rallentando notevolmente l’attesa delle prestazioni

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