Il buco nero di Palazzo di Città: ecco dove Avellino smette di crescere

Basta davvero poco per descrivervi le giornate di ordinaria follia che si vivono a Palazzo di Città. Qualche semplice esempio degli intoppi amministrativi in cui finiscono i progetti rendono l’idea di come del futur non v’è speranza, altro che certezza. E di come il male non si annidi solo nella amministrazioni che si succedono l’una all’altra, ma soprattutto all’interno degli uffici di Piazza del Popolo, dove a scaldar le sedie dirigenti e funzionari pagati fior di quattrini ne combinano di tutti i colori. Non serve nemmeno tirare fuori i casi eclatanti della mensa, del bilancio, degli eterni cantieri. Basta guardare nel piccolo, nel quotidiano. Guardiamo ad esempio che cosa è accaduto giusto oggi.
Partiamo da Parco Palatucci. Da anni il verde e le strutture sportive al suo interno sono totalmente abbandonate: ora, con una determina dello scorso settembre, gli astuti e attenti dirigenti avevano addirittura costituito il gruppo di lavoro per la redazione del progetto di fattibilità per il ripristino del parco, sfruttando i fondi europei a disposizione. Oggi scoprono che in realtà il progetto non era mai stato inserito nella programmazione dei fondi, e quindi la determina è stata annullata, e Parco Palatucci ritorna nell’oblio di sempre.
Non va meglio alla Casina del Principe: gli sforzi dei ragazzi dell’associazione Avionica, arrivati al secondo posto del bando regionale grazie al progetto di organizzare un centro di formazione per l’inserimento dei giovani avellinesi nel mondo del lavoro, rischiano di essere resi vani (perdendo relativi fondi, 150mila euro) dal bradipismo amministrativo: da oltre un anno aspettano che gli uffici si occupino di rimettere in sesto la struttura, al cui interno regnano incontrastati cumuli di rifiuti speciali e ingombranti, con gli impianti termici non a norma. La vergogna è stata affissa alle porte della Casina, chissà se sortirà effetti: altrimenti, addio fondi.
Passiamo alla casetta di vetro di piazza Kennedy: tre anni fa l’aggiudicazione del punto ristoro, ma le titubanze degli uffici del patrimonio nel completare l’iter e nel realizzare piccoli lavori sulla struttura hanno fatto desistere la ditta che aveva vinto l’appalto, che ora ha deciso di rinunciare. Chissà quanto passerà per la nuova assegnazione, intanto Piazza Kennedy continua a restare covo di senzatetto e vandali.
Chiudiamo però con una buona notizia: finalmente si è chiuso il progetto esecutivo per l’illuminazione del centro storico: 93mila euro di lampioni per far brillare via Nappi, Piazza Duomo, gli scavi archeologici e Piazza Libertà. Lasciamo perdere che la direttiva regionale che induceva le amministrazioni locali a rivedere gli impianti di illuminazione per la valorizzazione dei centri storici fosse datata 2002. Meglio tardi che mai, accontentiamoci di questa fioca luce in mezzo al buio

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