Terra dei fuochi in Irpinia, primo atto dell’inchiesta della Procura
Stamane il capo dei magistrati inquirenti di Avellino Airoma ha sentito il direttore dell'Istituto zooprofilattico Limone
Non ha perso tempo il procuratore capo di Avellino Domenico Airoma. E’ uomo del fare e si è trovato a cospetto di materie che conosce bene ed ha approfondito in maniera importante, come pochi magistrati hanno fatto in Italia: vale a dire il nesso tra inquinamento ambientale e tumori. Stamane il primo atto ufficiale dell’indagine che il numero uno dei magistrati inquirenti del capoluogo ha inteso aprire all’indomani della pubblicazione dei dati dello studio Spes che hanno messo in evidenza elementi allarmanti per quelle che oramai sono passate alle cronache come le terre dei fuochi irpine: Valle del Sabato e Valle dell’Irno. Al di là dalle evidenze sulla contaminazione ambientale in tutte e due le zone, dal monitoraggio è venuto fuori un dato assai preoccupante. Le analisi di laboratorio condotte sui prelievi di sangue operati su di un campione di cittadini residenti nelle due aree hanno evidenziato la presenza nel plasma in parametri oltre le soglie consentite di metalli pesanti altamente cacerogene come mercurio, diossine e cadmio. In procura poco dopo le 9 di questa mattina il direttore generale dell’Istituto dell’Istituto zooprofilattico Antonio Limone che ha coordinato i lavori del monitoraggio. Un confronto durato un’ora e mezza. Illustrati in dettaglio i risultati del report. Airoma ha chiesto ora un focus specifico sulla Valle del Sabato: entro la prossima settimana avrà sulla sua scrivania le risultanze comune per comune. L’obiettivo della Procura è quello di arrivare a capire l’origine della contaminazione: in pratica stanare e denunciare chi ha determinato o continua determinare l’avvelenamento dell’ambiente.
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