I luoghi dell’anima

Probabilmente tutti noi abbiamo i cosiddetti “luoghi dell’anima”; luoghi cioè in cui riusciamo ad azzerare le inquietudini che ci attanagliano, ad avvertire un inatteso benessere spirituale e a godere di qualunque cosa ci circondi.
Il mio posto speciale è un paesino del Cilento bagnato dal mare, non tanto lontano da qui. Ci vado ogni volta che posso nei week end del mese di giugno, prima cioè che sia preso d’assalto dal turismo vero e proprio.
E lì ogni volta sento che rinasco.
Avverto una piacevole leggerezza non appena lascio l’autostrada ed inizio a percorrere la costiera cilentana. È forse questo l’unico momento in cui guido senza alcun sottofondo musicale per godere con tutti i miei sensi del panorama in cui mi vado ad immergere: da una parte il mare luccicante attraversato in lontananza da tranquille vele che sembrano delineare il confine con il cielo, dall’altra la montagna sul cui declivio dimorano pini protesi verso la strada, o forse verso la distesa marina, quasi come in un inchino, piegati dal vento e dalle avversità, ma saldamente ancorati alla terra e con il loro sguardo fisso, come il mio, sul mare, mentre forte si sente il frinire delle cicale!
Arrivo così nel mio luogo speciale che è tale forse perché legato a ricordi del passato, visto che venivo qui sin da ragazza. O forse perché mi piace il tipo di vita che vi vedo scorrere, con il profumo del pane appena sfornato, l’assenza del rumore delle auto, dove tutti salutano tutti e ogni mattina incontro signore/operatrici ecologiche che puliscono qualsiasi angolo del paesino con la cura di chi dà lustro alla propria casa; dove non esistono porte blindate, ma semplici portoni da spingere appena per entrare nell’intimità delle famiglie, dove le mura nascondono ben poco, perché la vita è tutta fuori, per strada; dove le campane della chiesa in piazza suonano gioiose, affinché tutti possano sentirle; dove le rondini spaziano rumorosamente come se fossero le padrone di ogni millimetro di cielo!
No, il mio luogo dell’anima non potrebbe mai essere una metropoli chiusa tra grattacieli e gente che vive di fretta, piegata su se stessa, incapace, così, di vedere quello che la circonda, ma, soprattutto, sfornita dell’infinità del mare!
Capisco che ciò che mi fa stare bene in questo posto è forse proprio la sua dimensione ridotta ed anche lo scorrere lento del tempo, caratteristiche che preservano una dimensione più umana di cui sento il bisogno, fatta di rapporti ravvicinati, di cura,, di cordialità.
Sì, sto bene qui ed è sempre duro dover andare via e lasciare il “mio” mare.
Ma confesso che, una volta a casa, sono contenta anche di essere lì, nel mio quotidiano, tra le mie cose e i volti che mi appartengono da sempre. Del resto, pure nella mia città ho scoperto dove si danno appuntamento le rondini, dove fanno festa per rallegrare persino chi vive lontano dal mare.
Perché, in fondo, se lo vogliamo, possiamo trovare ovunque i nostri posti speciali!

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