Atripalda – Gioire di nulla

Era forse quell’odore di erba tagliata nei campi, che, portato dal vento, visitava, di pomeriggio specialmente, le strade di Atripalda e per alcune ore indugiava a farci compagnia.

Noi, allora giovani, lo avvertivamo inconsapevolmente, come un conoscente abituale, quasi un compaesano, parte inscindibile del nostro ambiente fatto davvero di poche cose.

E neppure ci accorgevamo che quello strano profumo viveva con noi, rendendoci felici, non saprei di cosa.

Faceva forse parte dei nostri pensieri.

Era anch’esso un atripaldese, che si compiaceva di stare un po’ nel proprio paese, anche se solo per un tempo breve, poiché, poi, a sera, si dileguava delicatamente, come pocanzi era venuto.

Quel rustico odore si associava al silenzio, o meglio alla calma sonnolenta delle nostre ore pomeridiane, non ancora disturbate, in quei lontani tempi, dai rumori molesti che, col progresso, sarebbero poi sopraggiunti.

A noi era, così, possibile respirare un’aria, il cui ricordo può ancor oggi regalare un po’ di benessere di allora; quando era ancora tutta da godere la semplice gioia di vivere e poter progettare sperando.

Certamente gioivamo per quel breve momento della vita in Paese.

Che ritornava puntualmente nei giorni e ci bastava per farci sentire soddisfatti, speranzosi, lieti di esistere e di abitare là dove ci piaceva tanto vivere, in un Paese cittadino, ma profumato di campagna.

Ė proprio vero che si può godere anche con poco, anzi sena nulla avere, magari soltanto avvertendo quell’aria di casa, che forse ci veniva resa più intensa anche dal buon caldo estivo e dalla purezza del clima di allora.

Le campagne erano molto vicine, intorno ad Atripalda ancora non invasa dalla espansione edilizia; e così potevamo meglio avvertire la loro presenza odorosa.

La vita domestica è fatta principalmente di respiro e di sensazioni, che danno una tranquillità inspiegabile che consola, quella di sentirsi a casa, godendone il profumo e così gioire anche se di nulla.

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