IL CORSIVO – Scienza e politica secondo Parisi

Interessantissima intervista al Premio Nobel per la Fisica (2021) Giorgio Parisi raccolta da Romualdo Gianoli per il Corriere della Sera di ieri.
Si parla dell’Intelligenza Artificiale (“Porterà al disastro se non verrà regolamentata”, dice lo scienziato), ma anche di altro.
Nell’altro c’è il ragionamento di Parisi circa la sfiducia verso la scienza che si registra in alcuni ambienti e che potrebbe sortire effetti disastrosi. Il giornalista coglie la sottile denuncia del “Nobel” e chiede: “Pensa allora che il mondo dovrebbe essere governato da tecnici e scienziati?”.
La risposta di Parisi: “Non sono un tecnocrate e non penso che un governo di scienziati sia la cosa migliore, ma la scienza è l’unico tentativo onesto di capire la realtà e di fare previsioni stimando l’incertezza. La scienza, dunque, ha il compito di aiutare l’umanità a passare per una strada irta di pericoli e deve indicare le varie opzioni. Ma la decisione, poi, spetta alla politica”.
Ed è qui che casca l’asino, ci permettiamo di aggiungere senza pretesa d’interpretare correttamente il pensiero di Parisi. L’asino casca perché il vero problema dei politici è che si fanno venire l’orticaria quando devono decidere l’opzione davanti ai “tentativi onesti di capire la realtà”. È come se venissero attratti, diabolicamente, da tutto ciò che è disonesto. Vacci a capire il motivo!

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