DE LUCA, IL “TERZO MANDATO” E GALLI DELLA LOGGIA

De Luca ha annunciato che proporrà al Consiglio regionale l’approvazione di una nuova legge elettorale (modifica dello Statuto), circostanza che gli consentirebbe di ricandidarsi, e – apriti cielo – c’è stato chi gli ha scatenato addosso una tempesta (perfetta?) d’improperi manco avesse visto il diavolo.

Dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno di ieri, tra tutti – stranamente – si è distinto lo storico, accademico ed editorialista del Corsera Ernesto Galli della Loggia. Il quale, a giudicare da quanto leggerete più avanti,  per qualche ragione che sfugge ai più, deve avercela a morte con il governatore della Campania.

Un passaggio per tutti del suo attacco ad alzo zero, davvero sorprendente almeno per chi è abituato ad apprezzare il rigore dell’analisi politica del Professore, sempre così lontano dai personalismi e dalle beghe da marciapiede. Dopo aver ironicamente sentenziato, per di più senza argomenti, che “da oggi”, ossia dall’annuncio di De Luca, “la Campania non è più una regione dell’Italia ma si candida a divenire un microstato del Centro America, tipo Haiti o il Guatemala”, e tanto “Naturalmente a insaputa dei suoi cittadini ma per volontà di uno solo, di Lui, del Supremo, del Governatore…”, il Professore scrive: “L’ambizione di De Luca  a stento nasconde tuttavia un’intima sicurezza. A suo modo è la ratifica di un fallimento. Egli infatti si ricandida a governare la Campania da qui all’eternità perché sa che invano potrebbe mai aspirare a una qualche carica maggiore, nell’ambito ad esempio del potere nazionale, sa che quel livello gli è precluso, sa che a quel livello le sue chiacchierate macchiettistiche non riescono a portarlo. Il suo cursus honorum, insomma, finisce qui a Napoli, e ciò in cui al massimo altrove può sperare è uno strapuntino di terza fila a Montecitorio”.

Ora, di certo De Luca non ha bisogno di difensori d’ufficio, né il sottoscritto fa questo di mestiere. Epperò, da cittadino della Campania, non avverto il dovere ma smanio dal piacere di difenderlo contro la velenosa invettiva di Galli della Loggia. E tanto per almeno due buoni motivi.

Il primo è che il Professore scrive cose assolutamente e volontariamente false. A proposito di ambizioni e “strapuntini”, infatti, egli non può ignorare che De Luca , quanto a cariche e potere nazionale, è già stato sia deputato per due legislature (XIV e XV, dal 2001 al 2008) che vice ministro alle Infrastrutture (2013-2014, Governo Letta), ossia ben prima d’essere eletto per due volte consecutive alla presidenza della Regione (2015 e 2020).

Il secondo motivo, che nemmeno dovrebbe sfuggire al Professore, è che la presidenza della terza Regione d’Italia, quanto a potere e prestigio, vale almeno un paio di ministeri. Parlare di fallimento o, peggio, di complessi frustranti da preclusione ad incarichi di livello nazionale, oltre che falso è chiaramente strumentale, roba da pseudologia fantastica in malafede: serve cioè al Professor Galli della Loggia per montare un discorso apparentemente lineare ma che si basa su una premessa volutamente sbagliata.

Poi ci sarebbe un terzo motivo, forse addirittura più importante. Ed è il seguente, egregio Professore: De Luca è stato votato dal 70 per cento degli elettori che si sono recati alle urne senza avere la pistola puntata alla tempia. Lei, in buona o cattiva fede poco importa, ha fatto passare questa gente per la quintessenza dell’idiozia, gente che si sarebbe lasciata abbindolare dalle così definite “chiacchierate macchietistiche” di De Luca.

Ma chi è Lei, Professor Galli della Loggia, per potersi consentire di tranciar giudizi tanto gravi con altrettanta spocchiosa pretesa d’universale superiorità? Un Napoletano Illustre – che con le sue chiacchierate apparentemente macchiettistiche ha raccontato cose “umane” molto più serie delle Sue presuntuose lezioni d’etica politica – dall’oltretomba le direbbe volentieri e un po’ schifato: “Professore, ma ci faccia il piacere!”.

I commenti sono chiusi.