MATTARELLA E DRAGHI: DUE EROI “NON PER CASO”

Riutilizzo la “Siringa” di sabato 25 settembre della mia “amica” Mila Martinetti più come parte integrante dell’editoriale di oggi che come semplice premessa. Eccone il testo originale completo, non una virgola in più o in meno.
«Alcuni passaggi dell’intervento di Mario Draghi all’assemblea nazionale degli industriali, dove ha tra l’altro sottolineato l’esigenza di un nuovo Patto Sociale.
1) “Vorrei che condividessimo una prospettiva di sviluppo, un Patto, a beneficio delle prossime generazioni”. 2) “Il Pnrr è un progetto decisivo per il futuro del Paese. Dobbiamo assicurarci che il denaro per gli investimenti venga speso bene… E bisogna evitare i ritardi che hanno spesso rallentato o impedito l’uso dei fondi europei”. 3) “Se l’aumento dei prezzi dovesse rivelarsi duraturo, sarà importante incrementare la produttività”. 4) “Un governo che cerchi di non fare danni è molto, ma non basta per affrontare le sfide dei prossimi anni, in primis le tensioni geopolitiche, il protezionismo, ma anche il probabile mutare delle condizioni finanziarie, il graduale affievolirsi degli stimoli di bilancio”. 5) “Vogliamo rafforzare gli strumenti di integrazione salariale per tutelare meglio chi perde il lavoro. Avviare una riforma delle politiche attive del lavoro per agevolare il reinserimento di chi è disoccupato o cassintegrato con più efficacia di quanto non succeda oggi”.

Non so voi, ma io più metto a confronto le cose che pensa e dice Draghi con le cose che pensano e dicono i Conte, i Letta, i Salvini, le Meloni, i Renzi, i Berlusconi e compagnia cantando, più tocco con mano la differenza che passa tra la l’Università della Politica e – con tutto il rispetto – l’asilo infantile dei politicanti».

L’idea di riproporre la Siringa è nata dalla lettura dell’editoriale di ieri sulle elezioni amministrative di Napoli, apparso sotto il titolo “L’outsider e l’obiettivo ballottaggio”, che il Corriere del Mezzogiorno ha affidato allo storico Paolo Macry. L’analisi del professore, nella parte che riguarda Draghi, è in buona sostanza la fotografia “seria” e rigorosa dell’attuale realtà politica italiana che la nota della Martinetti tratta invece in versione satirica.

Per carità, nessuna rivendicazione di primogenitura. Ci mancherebbe: ogni raffronto con una personalità dello spessore accademico di Macry sarebbe fuori luogo ancor prima che improponibile. Piuttosto la conferma, peraltro da un osservatorio di elevato prestigio, della crisi profonda in cui versano i partiti politici, e con essa – ahinoi! – il rischio degli effetti drammatici che la carenza di Politica può produrre sulla capacità del nostro Paese di rialzarsi dalle macerie della pandemia.

Rileggiamo insieme, con lo stesso metodo seguito nella Siringa, il lungo incipit dell’editoriale di Macry.
“Può sembrare malaugurio. Forse è semplicemente coda di paglia. Certo è che molti italiani stanno contando con ansia i mesi che ci separano dalla fine del governo Draghi. Gioiscono per un Paese che sta uscendo dalla pandemia, è in ripresa economica, ha un’agenda di riforme mai vista prima, gode di prestigio internazionale. Ma intravedono un futuro politico straordinariamente incerto, una sinistra che si aggira smarrita nelle nebbie giallorosse, i “moderati” di Berlusconi che smottano giorno dopo giorno, i leghisti che si dividono a metà tra populisti e governisti, i Fratelli d’Italia che coltivano le praterie sterili di una opposizione ideologica. Una sorta di balcanizzazione. Saranno questi stracci di partiti e questi leader spesso mediocri a raccogliere l’eredità di Mario Draghi, da qui a due anni? Sembra inevitabile. E preoccupante…”.

Fin qui Macry. Ecco: satira canzonatoria e rigore analitico perfettamente sovrapponibili nelle conclusioni. Salvo un dettaglio assai rilevante, a mio giudizio. L’epilogo è “preoccupante”, ma non “inevitabile”. Si può evitare se tante singole voci responsabili compongono un appello corale di popolo: il Presidente Mattarella faccia il sacrificio di restare dov’è fin quando sarà necessario; il Premier Draghi resti dov’è fino alla scadenza naturale dell’attuale Parlamento. Serve il tempo necessario per una robusta cura ricostituente della politica. Mattarella e Draghi sono i due Medici Specialisti che possono continuare a prescrivere e a far osservare quella cura. Senza indulgere alla retorica, sono due Eroi. Eroi “non per caso”. Ecco perché quell’epilogo è ancora evitabile.

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