“CONTRIBUTI” FEMMINILI TRA REALTÀ E MITO: EVA

Fu necessaria una donazione di organi con trapianto da parte di Adamo per far venire al mondo Eva, quale sua “compagna”.

I due vivevano felici nell’Eden, dove avevano gratuitamente tutto, col solo divieto divino di… toccare i frutti dell’albero della con conoscenza.

Ma Eva, forse convinta o indotta dal serpente o forse per sua curiosità dopo essersi guardata rapidamente intorno, non seppe resistere al desiderio e colse quel frutto proibito offrendone un po’ anche al compiacente suo “coniuge”.

Poi, con prontezza tutta femminile, tentò di giustificarsi verso l’Altissimo riversando tutta la colpa dell’accaduto sul serpente, che chiamò “in correità” per l’istigazione ricevuta.

Tuttavia la disobbedienza costò cara : per severa ma giusta punizione, quei due furono espulsi, con vergogna, dal perduto “paradiso terrestre”, privati di tutti i benefici, tranne che di poche foglie di fico per un estremo pudore; ed inoltre lei fu condannata, per l’avvenire, a dover sopportare le “doglie”, lui a dover “faticare per poter campare” ed il serpente a strisciare pur sempre sul ventre con ribrezzo.

Queste conseguenze, dopo la donazione di quella costola e per effetto dell’originale peccato dei nostri lontani progenitori, sono rimaste attuali per tutta l’umanità, come dal racconto biblico; che, nel tempo, mantiene inalterato il suo fascino.

I commenti sono chiusi.