Sui Rifiuti la Provincia di Avellino chiama la Regione Campania
Braccio di ferro tra la Provincia e l’ATO di Avellino, sempre più distanti sulle modalità di trasferimento degli impianti e sul futuro di Irpiniambiente in vista del nuovo ciclo ambientale. Palazzo Caracciolo chiede lumi alla Regione Campania
La Provincia di Avellino chiede lumi alla Regione Campania sulle modalità di trasferimento degli impianti e di Irpiniambiente in vista del nuovo ciclo ambientale. Il braccio di ferro tra l’ente di Palazzo Caracciolo e l’ATO di Avellino si accentua nonostante tre riunioni tecnico operative, che nell’ultima riunione di ieri hanno visto la partecipazione anche delle rappresentanze degli ex Consorzi di Smaltimento. La distanza tra i due presidenti, Rizieri Buonopane e Vittorio D’Alessio, si registra sulle procedure per quanto riguarda l’impiantistica, ma soprattutto sul piano politico e industriale per quanto riguarda Irpiniambiente. Per l’ATO, che ha da tempo chiesto le autorizzazioni, l’obiettivo è raccogliere all’interno di una newco, di una società consortile, gli asset di Irpiniambiente, dal personale ai contratti, al parco mezzi e alla logistica. L’ente d’ambito vuole avere mani libere sul management del soggetto operativo a cui conferire direttamente il servizio integrato. Dall’altra parte c’è la Provincia di Avellino, azionista totalitario di Irpiniambiente, dichiaratasi pronta a cedere l’intero pacchetto azionario della spa costituita nel 2010, lasciando poi al nuovo proprietario le decisioni su assetti e programmi. L’approfondimento presso gli uffici regionali impone un aggiornamento del tavolo che è stato rinviato alla prima decade di gennaio. Spetterà proprio alla Direzione generale competente in materia indicare la strada adeguata in accordo con la legge 14 del 2016 e le norme nazionali, riscritte in questi anni nel solco europeo per garantire competitività sui costi e concorrenza sulla gestione.
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