Parigi, Lara e la vita che continua

Parigi sta invecchiando. L’Europa sta invecchiando.

La “Ville lumiere” invecchia ma non smette di affascinare. In questi giorni mi accoglie in un’ atmosfera di sgomento misto a vita che continua, senso del dovere, rabbia, impotenza, mentre la guerra non cessa. Il mondo è in subbuglio, stravolto da una nuova, gravissima
emergenza, che si somma a due anni di pandemia. Una guerra improvvisa, spietata, che sta uccidendo un continente già in sofferenza da troppi punti di vista. Ma la vita continua.

Mi trovo a Parigi per lavoro mentre la guerra uccide e mi ritrovo in un’ atmosfera di sospensione. Nei volti e negli occhi della gente si leggono domande, accuse, analisi, angosce, attese. Ma la vita continua. Flussi di donne, uomini, bimbi, adolescenti si affollano nei vagoni della metro, attraversano i “passage”, percorrono i lunghi tratti delle scale mobili. Vanno al lavoro, a scuola, alla ricerca di nuove opportunità, comprano baguette, lo street food semplice e “chic” di questa città che mette a proprio agio ogni singolo colore di pelle, ogni religione, ogni etnia. Anche per questo non perderà mai il suo fascino.

Qui, come in tutte le capitali europee, la stanchezza, la crisi, le difficoltà, le conseguenze della lunga pandemia hanno lasciato il segno. I turisti sono diminuiti, il popolo della moda non sfoggia nulla al fuori degli spazi nei quali stanno sfilando le collezioni del Pret a Porter autunno inverno ’22- ’23. Questa guerra sta turbando tutto e tutti, gli stilisti sono in imbarazzo nel presentare le loro creazioni mentre sofferenza, morte, bombe uccidono come nel XX secolo. Ma la vita continua.

Lara è italiana, ma vive a Parigi da anni. Lavora nel mondo dell’editoria, è una donna che ha scelto di viaggiare e di conoscere il mondo nei suoi aspetti più umani e più autentici e per ora si è fermata qui. Ha viaggiato, sia per lavoro, sia per passione, in tutti i continenti. La sua insaziabile curiosità le ha permesso di nutrirsi di culture, luoghi inesplorati dal turismo, etnie, costumi, esperienze molto intense, molto speciali. E tutto questo le ha consentito di inserirsi in questa città con una naturalezza sconcertante.

Lara è responsabile di importanti progetti editoriali, lavora per una casa editrice francese prestigiosissima che pubblica volumi straordinari: libri d’arte, alta orologeria e gioielleria, moda, storia di ville, castelli e palazzi. Il suo ufficio si trova a due passi dagli Champs Elysées ed è una chicca. Un imponente portone rosso, un giardino interno, uno studio su due livelli con soffitti in vetro che guardano il cielo e i tetti parigini. Scaffali pieni di libri da collezione, uno più interessante dell’altro. Si respira aria di bellezza nel ritmo incessante di un lavoro senza tregua, tra il silenzio, i clic della tastiera, le conversazioni telefoniche in quel francese parigino che incanta.
La vita continua anche in questo ufficio ed è proprio da qui che parto per un piccolo viaggio culturale che mi porterà a muovermi per la città tra giardini, musei, boulevardes, mostre, centri culturali.

In questi giorni di ennesima sospensione, attesa, sgomento, non trovo altro slancio che quello per la cultura, per superare l’incertezza, la paura, l’ennesima angoscia del non sapere cosa accadrà.

Grazie Lara, per avermi ospitata e invitata nel tuo mondo.

Con la cultura non si mangia? Beh, di sicuro in un momento come questo la cultura è terapeutica, il nutrimento dello spirito aiuta a riequilibrare tante emozioni e tensioni e tutto questo, credetemi, non ha prezzo.

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