LA SOSTENIBILE BELLEZZA DEL FARE

Immaginare il futuro, avere la visione di un mondo in armonia con sè stesso, un universo nel quale ogni elemento si fonde, si amalgama e si sostiene, sfidando le forze avverse; raggiungere lo stato di grazia di “Grande Bellezza”.

Tutto questo è un sogno realizzabile se si approda alla mostra internazionale “Homo Faber” 2022, l’esposizione dedicata all’artigianato artistico d’eccellenza che si sta svolgendo a Venezia, in concomitanza con la Biennale, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, nella strepitosa location della Fondazione Giorgio Cini.

Tempio della cultura veneziana, isola nell’isola, la Fondazione Cini rappresenta un luogo di studio e di riflessione e per questo fu scelta in occasione della prima edizione di Homo Faber tenutasi nel 2019.

Organizzato dalla “Michelangelo Foundation for Creativity and Craftmanship” in partnership con la “Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte”, questo evento unico nel suo genere e in ritardo sul calendario a causa della pandemia, ha la missione di riportare all’attenzione del grande pubblico il valore dei mestieri a rischio di estinzione.
Quei mestieri, quelle passioni, quei “savoir – faire” che hanno fatto la storia dell’evoluzione dell’Uomo e che sono i protagonisti di 4.000 metri quadrati di esposizione suddivisa in 15 spazi espositivi.

La mostra è stata allestita grazie al contributo di 22 curatori e designer di fama mondiale (da Robert Wilson a Stefano Boeri, per citarne un paio) e presenta più di 400 oggetti unici, provenienti da 30 Paesi, esposti negli spazi ricavati tra chiostri e giardini. In un’atmosfera quasi surreale, per fascino e per intensità.

Homo Faber 2022, che sta per concludersi dopo circa 2 settimane di afflusso intensissimo, allarga gli orizzonti e quest’anno ospita più di 350 artigiani provenienti dal continente europeo oltre a 12 Tesori Nazionali Viventi provenienti dal Giappone.
A questi ultimi è stata dedicata una sala nella quale è facile lasciarsi andare alle emozioni. In realtà l’emozione pervade fin dall’ingresso principale della mostra. Si varca la soglia della Fondazione Cini e ci si immerge nel contrasto tra elementi come talento, ispirazione, creatività e concretezza del fare, del saper fare, del saper riprodurre il dettaglio alla perfezione.

Si cammina tra colonne e glicini, giardini all”italiana e sentieri fioriti e ci si imbatte in giovani ciceroni reclutati dalle due Fondazioni, i quali si prodigano ad illustrare ogni singola installazione arricchendo il pubblico di informazioni e di dettagli inediti sulle tecniche artistiche e artigianali, con una passione e una preparazione sorprendenti.

Talenti tra talenti, questi giovani dottorandi, laureandi, appassionati d’arte e di mestieri, rappresentano il biglietto da visita di questa straordinaria iniziativa culturale che Venezia ha l’onore di offrire. Un piccolo esercito, una comunità di rafazze e ragazzi che si stringono intorno alla Bellezza del Fare e che si sentono paladini di un “Nuovo Umanesimo” alla conquista di un futuro e di una sostenibilità nella sua forma più umana e più armonica.

La manualità in sinergia con la creatività e l’unicità rappresentano l’essenza di un futuro sostenibile e la speranza di una rinascita evolutiva che combatta contro omologazione, massificazione, pressapochismo.

Celebrare i Mestieri d’Arte e promuovere il talento umano, le opere artistiche e artigianali attraverso l’esposizione, anche interattiva, di oggetti di uso quotidiano o di elementi decorativi, ha un ruolo centrale nella creazione di un futuro più sostenibile.
La tecnologia e la velocità non bastano e non possono sostituirsi all’Uomo.
I Mestieri d’Arte declinati al mondo di oggi aprono le porte alle opportunità, a nuove prospettive e rappresentano fonte di equilibrio, oltre che di bellezza.
Riconoscere il talento dell’Uomo affiancato all’uso delle macchine è sinonimo di salvezza.

I percorsi di Homo Faber 2022 raggiungono l’apice di questi pensieri ed è confortante vedere tanti giovani coinvolti e interessati , ascoltarne le voci, provare sollievo nel farlo.

Nel padiglione delle Meraviglie e dei 12 Tesori Viventi provenienti dal Sol Levante, rimango affascinata da Egon, studente italo austriaco di design, scenografia e costume, impegnato nell’esposizione del talento di una giovanissima artista- artigiana giapponese.

” Chi vive circondandosi di bellezza coltiva la propria autostima e impara a rispettare innanzitutto sè stesso e la propria autenticità.
In un momento storico in cui incombono alienazione, angosce, controllo delle masse e omologazione, la Bellezza può salvarci.
Noi giovani possiamo essere uniti nel diffondere questo messaggio permeato di spirito umano e di istinto di vita, più che di sopravvivenza.
Sono qui grazie alle due Fondazioni che mi hanno selezionato per essere di supporto al pubblico che ammira queste opere e mi metto a disposizione di tutti coloro che desiderano avvicinarsi a loro stessi, prima ancora che all’arte e all’artigianato. Ci sono artisti e artigiani che scoprono il loro talento anche in tarda età. Lo dimostra uno dei 12 Tesori Viventi giapponesi. L’abilità è parte di noi, anche se in misura diversa, e vale la pena intercettarla, scoprirla, valorizzarla.
Che questo evento sia un Manifesto di passione, creatività, individualità e connessione perché abbiamo un bisogno immenso di prospettive a favore dell’umanità”.

Così si è espresso Egon, con il quale mi sono complimentata per il livello dell’esposizione e per la passione trascinante che ha sprigionato dalle sue parole.

Ebbene sì, il nuovo Rinascimento è la Controrivoluzione: la rinascita dell’abilità, della cultura del tangibile e del fare, la potenza della mano drll’Uomo che non può lasciare definitivamente il posto all’ipertecnologia, all’usa e getta, all’intengibile.

Spirito, valori e patrimonio dei Mestieri siano in prima linea in questa sfida alla sostenibilità globale basata sulla cultura e sull’eccellenza anche nell’ambito dell’economia.
L’alto artigianato e i suoi creatori devono essere in prima linea, ottenere riconoscimento attraverso disciplina e strumenti dinamici. Bisogna traghettare le nuove generazioni verso l’abbattimento delle barriere culturali, delle frontiere forzate. Occorre condurli e farsi condurre sinergicamente verso la meta: il traguardo della bellezza del fare, superamento dei conflitti, la conquista del futuro.

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