Motorsport: tecnologia, abilità, umanità

Nel bel mezzo di un week end primaverile con temperature super estive, sta per iniziare il Gran Premio di Formula 1 sul tracciato cittadino più glamour di sempre: Montecarlo, Principato di Monaco.

In attesa della gara, oltre agli idoli dei grandi team di Formula 1 che si apprestano ad affrontare una pista particolarmente difficile, su questo circuito lavorano anche altri giovanissimi protagonisti del motorsport: i piloti che corrono su Formula 2 e Formula Alpine.
Uso il verbo “lavorano” e lo enfatizzo perché si tratta di un’attività spesso associata ad un mondo ambito, affascinante, appassionante, ma allo stesso tempo considerato superficiale, riservato solo a chi ha soldi e a chi è “viziato”.

Che il mondo dei motori e dei Gran Premi sia esclusivo e preveda investimenti ingenti sul team e sul singolo pilota, non è un mistero. Ma non è nemmeno un peccato, dal momento che si tratta di un business mondiale che coinvolge un esercito di addetti ai lavori e che crea un indotto di ragguardevoli dimensioni.

Entrando nel vivo di questo mondo “patinato” e anche un po’ misterioso, frequentando le scuderie, le officine, i paddock e i “pit lane”, le cose si rivelano in modo diverso e realistico.

Al netto dei privilegi e dell’esclusività di questo jet set speciale, addentrandosi nelle attività che lo sostengono e che lo rendono ripetibile nel tempo, si scopre che dietro le quinte esiste un mondo di uomini ( con tutto il rispetto per le donne, ma qui sono veramente poche) con requisiti, expertise, specializzazioni, di altissimo livello, che ogni giorno si dedicano alla costruzione, revisione, collaudo messa a punto maniacale delle vetture in gara con una professionalità e un amore inimmaginabili. Tutto questo sentendosi parte non solo di una squadra, ma anche di una famiglia, nonostante si tratti di professioni mobili.

Il tutto per “partorire” una creatura perfetta, a misura di pilota che deve guidare in condizioni estreme, come è noto.
Questi uomini, gli ingegneri e i meccanici, lavorano in sintonia, come musicisti in un concerto, come chirurghi estremamente specializzati intorno ad un corpo umano.

Ogni macchina è un miracolo di elettronica e di tecnologia, ma senza l’apporto della sapienza, delle competenze e soprattutto della sensibilità e del savoir faire degli uomini che la circondano, non avrebbe modo di esistere.

I ragazzi della scuderia, che insieme ai piloti sfoderano un talento unico e sofisticato, lavorando in tempi record per vincere, sono immersi senza tempo e spesso in spazi ridotti, in una sinfonia di intuizioni, diagnosi, tempestività davvero sorprendenti.

Come tutte le attività provenienti dalla passione, qui si misurano talenti ad ogni singolo livello, per ogni singola mansione.

Le donne assistenti, coloro che si occupano dei team e della loro organizzazione interna, lo fanno con dedizione da mamme e sorelle e allo stesso tempo ci mettono grinta, intraprendenza, creatività e si fanno rispettare.

Insomma, dagli schermi e dai monitor si fa presto a parlare di uno sport solo per il fattore rischi, jet set o denari, tralasciando il valore in termini di rapporti umani.

Dedico questa pagina di vita qui a Montecarlo a tutti i meccanici, agli ingegneri alle assistenti e collaboratrici, ovviamente ai piloti che si mettono costantemente in gioco, alle loro famiglie che li aiutano e li sostengono da tutti i punti di vista, e alle scuderie.
I team rappresentano il fulcro di questa sfida, il punto di incontro di tutti i talenti e di tutte le mansioni, rappresentano il direttore d’orchestra.
I loro manager intraprendono coraggiosamente un percorso rischioso e imprevedibile, tanto quanto lo sono le auto che corrono in pista.
È la passione ciò che rende attuabile questo entusiasmante progetto mondiale, questo spettacolo nello spettacolo, questo evento fatto di adrenalina, di sfida, di competizione.
Un vero e proprio spettacolo di emozioni forti, ma prima di tutto una grande esperienza di umanità.

Buona visione.

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