Se si potesse “uccidere” ogni guerra!

(F.G.) Per l’importanza che riveste e la sostanza che condividiamo appieno, collochiamo volentieri nello spazio degli Editoriali il “pezzo” di Clara Spadea

– di Clara Spadea –

Ci avete fatto caso? È già da un po’ che alla conduzione dei TG nazionali della RAI ci sono soprattutto donne.

Ed io immagino quanta dura gavetta hanno dovuto fare per essere lì ora, in un ambiente che fino a qualche decennio fa era riservato solo a giornalisti di sesso maschile.

Ma ora mi piace osservare e ascoltare queste donne, scorgere in loro non solo bellezza, ma soprattutto determinazione e grande professionalità, per sperare così, più che in un’uguaglianza economica e sociale di entrambi i sessi, nella reale possibilità che nel tempo si impari a dare il giusto spazio al merito, al di là dell’identità di genere.

Nessuno, probabilmente, avrebbe poi scommesso sulla possibilità che giornaliste di sesso femminile potessero assumere persino il ruolo di inviate di guerra. E invece, ad esempio, la Battistini è una dei tanti giornalisti rai che stanno vivendo dentro e da vicino la guerra in Ucraina; la spiegano e la respirano ogni giorno, persino subendo, con i colleghi operatori di ripresa, minacce ed aggressioni. E anche lei, come il resto della popolazione, lì convive quotidianamente con il suono delle sirene antiaeree, quel suono lungo e cupo che annuncia solo morte e devastazione e che costringe alla fuga nei bunker di fortuna, dove si ritrovano tutti ammassati a pregare e ad aspettare, impotenti, che l’incursione passi presto e magari qualcosa e qualcuno si siano salvati dall’insensata furia delle bombe.

Ma poi, davvero crediamo che solo i corrispondenti dall’ Ucraina, dall’Afghanistan o dal Libano raccontino le disumane vicende belliche?

In realtà, come diceva la filosofa Simone Weil “Non viviamo tempi facili. Ma forse non sono mai facili i tempi in cui gli uomini vivono”. Ed io aggiungerei che non lo sono dappertutto.

In fondo, infatti, anche le giornaliste dei TG nazionali potrebbero essere oramai considerate specializzate nel cosiddetto “giornalismo di guerra”, se è vero come è vero che anche esse sono costrette a riferire di continuo notizie di altre guerre: le nostre, quelle delle donne vittime di stalking o, peggio, uccise dai loro ex compagni di vita.

E per me, dunque, è insensato parlare e credere in una evoluzione della donna, per via dei ruoli che attualmente riesce finalmente a coprire, quando al contempo, invece di diminuire, aumentano di giorno in giorno i femminicidi.

Forse sarebbe il tempo di inserire una nuova branca nel giornalismo, o comunque di dare spazio, con la stessa frequenza di queste notizie nefaste, a specialisti capaci di individuare concretamente le origini di tanta violenza e di indicare a tutti noi, basiti da quanto accade, dei suggerimenti per formare in modo diverso gli uomini e le donne di domani. Perché, è chiaro, a volte la famiglia è la prima responsabile, sia pure in concorso con altri fattori, della creazione dei carnefici ma anche delle vittime!

È la famiglia che potrebbe contribuire ad una vera evoluzione delle donne ed anche degli uomini, forse trasmettendo ai bambini, sin dai primi anni, attenzione, cura e, sempre, il senso del rispetto e quindi della dignità; mettendo nei loro occhi non solo abbandoni o indifferenza, ma la bellezza della natura e di ciò che ci circonda; o mettendo al bando il cosiddetto “consumismo umano”, ovvero “l’usa e getta” delle cose come delle persone; insegnando l’importanza della rinuncia, quando necessario, o, alle proprie figlie, di “non vergognarsi della propria malinconia”, (I. Fossati), ma di vivere appieno le emozioni, di accettarsi, crescere e fortificarsi, cercando rifugio prima in se stesse e/o nella famiglia, per poi saper scegliere con chi stare un domani.

Non ci sarebbe forse meno stridore nella nostra società se, al di là dei successi di alcune, non si dovesse raccontare così frequentemente delle guerre quotidiane vissute da altre e dei loro eccidi?

La verità è che finché tante donne saranno costrette a subire le varie forme di sopraffazione quotidiana ad opera degli uomini, non si potrà considerare realmente umanizzata ed evoluta la nostra società.

Ed io nel guardare ed ascoltare i Tg rai, nell’ ammirare i successi raggiunti dalle giornaliste che si susseguono, mi ripeto che sarebbe bello sapere che ogni guerra è stata “uccisa”, perché tanto “nessuna guerra uccide la gente giusta” ( E. Pound).

I commenti sono chiusi.